Optus, gestore mobile australiano, uno dei tre che avrà iPhone, ha annunciato questa notte le tariffe previste per il servizio che supporterà il cellulare.
Difficile se non impossibile, oltre che sostanzialmente inutile, sintetizzare le varie tipologie di abbonamento (se pensavate che quelle degli operatori italiani fossero complicate, date un’occhiata a quelle di Optus prima….), ma in linea generale si può dire che sussistono due diverse opzioni, una sorta di ricaricabile e un abbonamento. Le tariffe partono da 19 e vanno a 179 dollari australiani (11 e 109 euro) al mese per il post pagato e da 30 a 100 dollari al mese (18 e 61 euro) per il ricaricabile. In tutti e due i casi il limite massimo di dati è di 1 GB. Il prezzo dell’iPhone è fissato in 729 dollari (441 euro) e 849 dollari (514 euro) per la ricaricabile; per il postpagato si paga a rate che sono diverse per i piani da 12 e 24 mesi. In ogni caso il telefono si può avere anche a costo zero, sia in versione 8 GB che 16 GB con i piani più costosi.
L’aspetto di maggior interesse, a parte la selva di opzioni, sconti, rate, promozioni, bonus, postille, commi (una sterminato elenco…) e quant’altro, che ad un Italiano sembra costruita solo per non far capire bene quanto si spenda, è il fatto che tutti i telefoni sono bloccati, compresi anche quelli privi di contratto. Quelli acquistati con ricaricabile si possono sbloccare subito pagando 80 dollari australiani (una cinquantina di euro). In alternativa si deve ricaricare per almeno 80 euro.
Al di là dei dettagli tecnici (Optus può sbloccare solo iPhone comprati nei suoi negozi; chi ha un postpagato deve verificare le condizioni telefonando ad Optus) non si può non notare come l’exta costo porterebbe il costo del terminale molto vicino al prezzo dell’iPhone in Italia.
La notizia degli iPhone bloccati anche se venduti senza contratto fa il paio con quella dei giorni scorsi da cui si è appreso che anche i terminali venduti da At&T negli Usa sono sempre bloccati, anche quelli senza contratto.