à la più vecchia Bibbia della storia della cristianità che sia giunta fino a noi. Si chiama Codex Sinaiticus ed ha trovato sistemazione in quattro differenti posti nel mondo per più di 150 anni. Da oggi però il “tesoro unico al mondo”, come l’ha definito la British Library, è per la prima volta riunito. Grazie alla sua prima edizione digitale.
Digitalizzato e messo insieme a partire dal manoscritto del quarto secolo, scritto in greco e tenuto in quattro paesi diversi che conservano parte del testi vecchio di 1600 anni: Egitto, Germania, Gran Bretagna e Russia. La collaborazione fra questi paesi ha consentito la realizzazione del progetto, che è accessibile a questo sito.
Si tratta del testo che costituisce una pietra angolare nella storia della Bibbia, dato che si tratta del puiù antico esistente. Il “libro del Sinai” è stato scoperto nel monastero di Santa Caterina sul monte Sinai dal biblista tedesco Costantine Tischendorf a metà del 1800 e la storia dei suoi giri è ancor più avventurosa di quanto non si immagini. Gli inglesi, ad esempio, hanno acquistato 347 pagine dalle autorità sovietiche nel 1933, mentre 43 pagine erano conservate all’università di Lipsia e sei frammenti alla Biblioteca nazionale di San Pietroburgo. Nel 1975 sono state ritrovate altre 12 pagine e altri 40 frammenti, nascosti in alcune altre celle del monastero sul Sinai.
L’unico altro testo sacro paragonabile al Codex Sinaiticus per età è il Codex Vaticanus, che è stato scritto più o meno nello stesso periodo, ma che manca completamente delle parti del Nuovo Testamento. “Un libro così importante per miliardi di persone deve essere per forza accessibile”, ha dichiarato Juan Garces il project manager del progetto dedicato alla digitalizzazione del Codex Sinaiticus.