La connettività Internet in volo estromessa dalla porta con il fallimento dell’esperimento di Connexion, potrebbe tornare in gioco passando dalla finestra. A rilanciare in materia, con servizi che potrebbero essere più economici da implementare e da gestire e quindi anche da utilizzare, è AirCell, uno dei protagonisti del settore delle comunicazioni di bordo.
La società americana ha annunciato nel corso della giornata di oggi di avere acquisto in licenza dalla FCC alcune delle frequenze precedentemente utilizzate per le chiamate telefoniche in volo e di avere intenzione di riallocarle per creare in ogni aereo dotato delle apparecchiature necessarie un piccolo hot spot per la connessione Internet via Wifi. A differenza della soluzione Connexion la soluzione di AirCell potrebbe essere facilmente installata dalle squadre di manutenzione degli aerei in una sola notte, aggiungerebbe solo una cinquantina di kg ad ogni velivolo e sarebbe molto poco costosa da gestire al punto che con 10 dollari si potrebbe offrire connettività per una intera giornata. Unico problema i costi del sistema che potrebbero essere di circa 100mila dollari per ogni aeroplano.
L’idea di AirCell sarebbe quella di offrire il servizio per il Wifi in volo come una sorta di estensione degli abbonamenti Wifi ‘terrestri’; in pratica chi ha sottoscritto un abbonamento con provider quali T-Mobile, Boingo e iPass avrebbe uno sconto sul Wifi in volo. Il servizio funzionerebbe con tutti i dspositivi dotati di connettività senza fili, tra cui i Blackberry, i Pda, tablet e micro-notebook.
Unica limitazione l’impossibilità di fare chiamate via Voice Over Ip, una possibilità lasciata unicamente al personale di bordo e agli ufficiali addetti alla sicurezza per ragioni di quiete di bordo e per non concorrere con altri servizi voce venduti a prezzi significativi.
Il Wifi di AirCell potrebbe essere disponile su alcuni voli dal prossimo anno; annunci sulle partnership potrebbero arrivare invece entro la fine dell’estate.
Come detto in apertura solo lo scorso 31 dicembre Connexion chiudeva il primo esperimento di connettività di bordo. La società , una controllata di Boeing, aveva raggiunto accordi con diverse compagnie aeree europee ed asiatiche ma non aveva convinto nessun carrier americano. I problemi derivanti dalla mancanza di clienti nel ricco mercato nordamericano e i costi, non propriamente economici (10 dollari per un’ora di connessione; 27 dollari per l’intera durata del volo) avevano consigliato lo smantellamento del servizio.