Jobs sparge una cortina fumogena, lancia affermazioni bizzarre e fa scelte che hanno solo a che fare con la volontà di controllare la piattaforma. La risposta di Adobe alla lettera aperta con cui il Ceo di Cupertino accusava la (ex) buona amica di San Josè sulla tecnologia Flash, non si è fatta attendere e arriva dalla più autorevole della controparte: Shantanu Narayen, amministratore delegato di Adobe.
La tribuna prescelta, il Wall Street Journal oltre che le parole, testimoniano dell’excalation in corso (qui una trascrizione dell’intervista che dovrebbe essere riproposta in sintesi filmata più tardi). La testata finanziaria è molto autorevole e anche molto ascoltata tanto che è difficile immaginare miglior tribuna per ribattere punto per punto all’attacco di Jobs e fare sentire alta la voce del dissenso alla poisizione di Apple. Per farlo, Narayer sceglie la forma dell’intervista con Alan Muray, un giornalista altrettanto prestigioso del WSJ.
Nella mezzora di durata del faccia a faccia, il Ceo di Adobe non ha usato mezze parole. Prima ha detto che Apple ha una preoccupazione fondamentale quando colpisce Flash: il fatto che si tratta di un sistema multipiattaforma ed Apple sarebbe molto preoccupata di questo aspetto. I problemi avanzati da Jobs sarebbero quindi solo una sorta di cortina fumogena e la vicenda della proibizione a sviluppare applicazioni per iPhone usando un compiler Flash non ha nulla a che fare con la tecnologia. «A pagare – ha detto Narayen – saranno gli sviluppatori che si troveranno di fronte ad un rompicapo quando proveranno a creare prodotti per diversi tipi di dispositivi»
Il capo di Adobe aggiunge anche altri carichi da undici al suo attacco: se Mac Os va in crash quando si usa Flash la colpa è del sistema operativo; l’opinione espressa da Jobs sul fatto che il player multimediale assorbe troppa corrente è «palesemente falsa». Secondo Narayen il concetto assunto da Adobe come base del suo modello di sviluppo è dare la possibilità agli sviluppatori di creare qualche cosa una sola volta e poi distribuirlo su molte applicazioni: «questo non beneficia Apple e questa è la ragione per cui avete assistit a questa reazione».
Nella parte finale dell’intervista ancora veleno. Alla domanda se stesse usando un iPhone, il Ceo di Adobe ha risposto di no: «Uso un Nexus One». E per quanto riguarda iPad l’opinione di Naranyen è che «si tratta di un buon dispositivo per essere di prima generazione, ma penso che si vedrà una grande innovazione nel campo dei tablet e Adobe lavora con decine di progetti di altre società». Tutte supporteranno Flash, ovviamente, al contrario di quanto accade ora (e per chissà quanto a questo punto) con Apple.