Formula in abbonamento e prezzi variabili a seconda del successo e della data di rilascio delle canzoni. Queste le due richieste che le case discografiche avanzeranno nel corso delle trattative per il rinnovo del contratto che le lega ad Apple per la vendita di musica su iTunes. L’intenzione di reiterare quello che le mayor non hanno ottenuto nel corso dei precedenti accordi viene avanza da un articolo pubblicato nel corso della serata di ieri dal Financial Times e riportato da Market Watch.
Al momento l’argomento che starebbe maggiormente a cuore ai discografici e che sarebbe in cima alla lista delle richieste sarebbe la formula in abbonamento, ovvero la possibilità di aggiungere anche in iTunes l’opzione di un pagamento mensile grazie al quale scaricare tutta la musica che si desidera ma sospendendo il quale la stessa musica smette di suonare. Questa opzione, presente praticamente in tutti i negozi che si fondano sulla tecnologia Microsoft, è tenuta in alta considerazione dai titolari dei diritti per il fatto che porta soldi “facili”, genera profitti più alti e soprattutto fa suonare il registratore di cassa con regolarità . Apple ha sempre respinto questa soluzione ritenendola non adatta al mercato e alle esigenze della gente “che vuole possedere e non “noleggiare” la musica”, ha detto in più occasioni Steve Jobs.
Apple si è sempre detta contraria anche ai prezzi variabili per ciascuna canzone. L’idea di far pagare i successi o la musica più recente più cara di quando non costerebbe un “classico” o canzoni di band di minor visibilità , sostiene Cupertino, confonde le idee alla gente e corre il rischio di spingerle nelle braccia del peer to peer.
Per capire che cosa succederà e come evolverà la situazione non si dovrà attendere a lungo. Le trattative con Universal Music, la più grande delle case discografiche, inizieranno la prossima settimana; Sony BMG, Emi e Warner, a seconda dei casi, o hanno già cominciato a discutere il rinnovo del contratto o lo faranno nei prossimi giorni. A quel punto molto dipenderà dai rapporti di forza, ovvero dalla capacità dei discografici di fare pressione su Apple che ha dalla sua il fatto di gestire percentuali altissime del mercato della musica legale, dall’altra dalla volontà di Cupertino di accettare formule che, a ben guardare, potrebbero anche non essere così distruttive nei confronti delle sue strategie.
Alcuni osservatori nei giorni scorsi, ad esempio, avrebbero avuto notizia di una chiusura non totale nei confronti della formula in abbonamento che sarebbe in corso di valutazione da parte di Apple.