Lo lanci, e inizia la magia. Non si può spiegare altrimenti quel che è successo a più di 7 milioni di persone, 4,7 solo in un fine settimana da quando lo scorso fine venerdì Activision ha iniziato a vendere il sesto capitolo della saga Call of Duty, in questo caso il secondo e immediato sequel del primo Modern Warfare, ambientato in un prossimo, attualissimo e devastato futuro.
Activision con la serie di Call of Duty “storici”, ambientati nella seconda guerra mondiale e prevalentemente sul fronte europeo (ma ci sono anche parti nel Pacifico e in Africa) alcuni dei quali arrivati anche su piattaforma Apple, è riuscita a dire una parola nuova anche nel settore della guerra più raccontata dalla storia dei videogames. Invece, per quanto riguarda questo nuovo titolo, seguito di MW1, le attese erano se possibili ancora maggiori. Inserendosi in un’altra tradizione complessa, dove svettano titoli come quelli di Splinter Cell e di altri capolavori nipponici, poter fare qualcosa di nuovo è raro e ambizioso. Ma riuscito.
Per capire la modernità , oggi, i videogiochi sono una lente importante, se non fondamentale. E anche all’interno di questa arena, dove stanno rapidamente evolvendo le cose, MW2 è un punto di partenza significativo. Nonostante le polemiche che ci sono state sull’approccio disinibito alla caratterizzazione della Russia post-comunista (un capitolo della storia può essere disabilitato fin dal principio, sia per Xbox 360 che per Ps3, mentre su Pc esiste una nuova versione del gioco “mutilata”) e a quelle sui costi troppo elevati, che cercano di capitalizzare la fama del gioco (a rischio di comprimerne le vendite, come si teme), MW2 è un esempio unico.
La storia è sempre più cinematografica, ma ha dato addio al tema cavalcato a suo tempo da Shenmue (per Dreamcast e poi per Xbox) della simulazione di vita, e al gaming casuale. Come per la serie Grand Theft Auto, il mondo del gaming durante la crisi si è liberato dai giocatori casuali e adesso ridefinisce l’impegno dei giocatori abituali, quelli che non tradiscono e non abbandonano. La storia del gioco si allinea sempre più alla complessità del presente e cavalca l’altro grande filone: la storia alla 007. Il gruppo di esperti di lotta al terrorismo, soldati americani e di altre etnie, sono i James Bond del futuro, in cui la guerra asimmetrica è sempre sull’orlo di trasformarsi in una invasione a tutto campo del territorio di casa.
Infine, giocando in anteprima, le due parti che emergono come sempre più importanti sono quelle del gioco multiplayer cooperativo in rete e degli add-ons scaricabili. à impressionante il livello di realismo che si riesce a ottenere anche con la Xbox360, macchina inferiore tecnicamente alla Playstation3 ma che riesce a reggere tranquillamente il confronto da un punto di vista di requisiti minimi e medi per la giocabilità e la risoluzione in ambiente casalingo “normale” (non con schermi da 70 pollici super-HD, cioè).
Call of Duty MW2 è divertente, riprende la trama del primo titolo esattamente dove era stata lasciata e ridefinisce il tema della continuità . Riporta il giocatore hardcore in primo piano, ma lascia spazio anche al giocatore più “casuale” con più trama e giocabilità un po’ più semplice, oltre a tanto multiplayer. Infine, prosegue il piano di lenta migrazione verso il download digitale dei videogiochi. In questo caso, a partire da dicembre faranno la loro comparsa numerosi livelli aggiuntivi e a pagamento, add-ons e altro. E Xbox Live vende sempre più giochi e altro sul suo portale. La migrazione digitale e la convergenza verso un nuovo mercato in cui si paga e si scarica tutto è cominciata. Nel salotto di casa, in mano ai nostri figli.