La bilancia di Microsoft nel caso Yahoo pende ora dal lato della scalata ostile. L’ipotesi che sia imboccata la strada più difficile e più lunga per risolvere la questione dell’acquisto del colosso di Internet viene avanzata oggi dal Wall Stree Journal.
Secondo l’attendibile giornale finanziario fonti vicine alla società di Redmond avrebbero confermato che al momento nelle stanze dei bottoni si starebbe proprio esplorando questa ipotesi e che l’annuncio potrebbe essere dato già oggi. Non ancora tutto, almeno ieri sera (ora americana) era stato ancora definito ed esisterebbe ancora la possibilità di una diversa soluzione, ma le probabilità che Microsoft decida di tentare ancora un accordo amichevole (con l’innalzamento dell’offerta) o di abbandonare il campo (iptesi avanzata da Ballmer) sarebbero ormai piuttosto basse.
Ieri il Ceo di Microsoft aveva brevemente accennato alla vicenda durante un incontro con i dipendenti facendo sapere che la scelta sarebbe arrivata a breve. Tra le poche frasi pronunciate qualcuna lasciava intendere che non c’era alcuna intenzione di alzare il prezzo rispetto alla cifra ritenuta giusta e già presentata nei giorni scorsi. ‘Non pagheremo Yahoo un soldo più di quanto vale e io ho ben presente quanto vale, aveva detto Ballmer.
Ricordiamo che la scalata ostile ipotizzata da Microsoft sarebbe un Proxy Fight, ovvero il tentativo di convincere gli azionisti (evidentemente i più influenti) a votare l’estromissione dal consiglio di amministrazione dei membri contrari all’accordo così come prospettato da Redmond e a far subentrare uomini che darebbero l’Ok. L’operazione ha tempi lunghi e prevede operazioni lobbistiche di vario tipo.
Micrososft sarebbe stata restia a dare il via fin da subito ad una Proxy Fight in quanto spaccherà inevitabilmente la base degli azionisti e susciterà , altrettanto inevitabilmente, l’ostiltità di una parte dei dipendenti, specialmente dei manager e di chi ricopre incarichi di responsabilità aprendo alla possibilità di una fuga di cervelli oltre che contribuire alla creazione di un clima generalmente sfavorevole.