L’ormai telenovela fra Microsof e Yahoo! potrebbe trasformarsi una vera e propria lotta all’ultimo voto.
Dopo il rifiuto di Sunnyvale all’offerta di acquisto, la società di Steve Ballmer starebbe preparando una “proxy fight”, allo scopo di riuscire ad assumere il controllo di Yahoo!.
La “proxy fight” indica un tentativo da parte di una società di convincere gli azionisti di un’azienda a sconfessare l’attuale board direttivo; lo scopo sarebbe convincere gli azionisti, grandi e piccoli, a licenziare l’attuale consiglio di amministrazione, o almeno i membri che osteggiano alcune decisioni.
Nel caso specifico, Microsoft vorrebbe far sì che gli azionisti di Yahoo! si convincano a cacciare i membri del consiglio di amministrazione della società di Sunnyvale, e ad eleggere al loro posto persone di fiducia (naturalmente persone vicine a Redmond), favorevoli ad un’entrata in gioco della grande M.
Una strategia attraverso cui Microsoft spera di riuscire a sconfiggere le recalcitranze di Yahoo! dal di dentro, considerando anche che l’attuale board della Y viola risulta al suo interno spaccato un due fazioni, una pro e una contro Microsoft.
Il piano di Microsoft mirerà a tirare dalla sua parte sia i grandi azionisti istituzionali, sia i piccoli azionisti, in particolare coloro che fino ad oggi hanno visto di buon occhio l’offerta della società delle finestre, ma senza risparmiarsi anche su chi fino ad oggi non ne è stato particolarmente convinto
Dal punto di vista economico il costo per mettere in piedi un tentativo di proxy fighy sarebbe fra i 20 e i 30 milioni di dollari, una cifra nettamente inferiore ai circa 44 miliardi di Dollari cui ammontava l’originaria offerta da Redmond.
L’occasione d’oro per Microsoft arriverà durante la prossima elezione del consiglio di amministrazione di Yahoo!; l’evento non ha ancora una data ufficiale, sebbene il prossimo meeting degli azionisti sia previsto per giugno 2008.
Microsoft dovrà ottenere il controllo di almeno 5 dei 10 consiglieri che constituiscono il board direttivo di Yahoo!, che ad oggi è guidato dal co-fondatore della società e che fin dal principio si è opposto all’offerta di acquisto.