Forse non è importante “pensare troppo diversamente” ma essere, e forse non è neppure vero che il PC grigio e pasticcione è solo uno stereotipo, forse è pure vero che anche il mondo di chi è vicino Microsoft sa comunque presentarsi come differente e quindi non è necessario usare un Mac per essere creativi, ma certamente a pensarla così non sono coloro che hanno creato la campagna “I’m a PC” perché loro usano Mac.
La scoperta che almeno alcuni degli elementi a supporto della serie di pubblicità che, partendo da un riferimento a Mac e PC, dovrebbe sovvertire l’ordine costituito nella mente della gente, in realtà sono stati prodotti grazie a computer Apple è un utente di Flickr, LuisDS. Facendo un’analisi dei metadati delle immagini in Jpeg pubblicate sul sito dedicato alla campagna, l’uso del Mac appare chiaramente indicato da qualunque applicazione che è in grado di leggere gli Exif.
L’agenzia di cui si è servita Microsoft per mettere in luce le qualità della propria filosofia e, di conseguenza, dei propri prodotti, non sembra concordare neppure sul fatto che usando software Microsoft possa “portare la creatività a nuovi livelli”, come recita lo slogan di Microsoft Expression Studio, il pacchetto per il foto-editing, visto che ha usato il principale concorrente della suite: la CS3 di Adobe.
Ad aggiungere un tocco in più di “pepe” alla vicenda e a dimostrare che un certo imbarazzo quanto accaduto deve averlo suscitato in casa Microsoft, c’è il fatto che i metadata ora sono stati oscurati con il risultato di avere fatto crescere le dimensioni della foto da circa 300 kb a quasi 900 kb.