Il download illegale resta ancora uno dei terreni di scontro più accesi per la musica digitale. Un recente sondaggio effettuato dalla British Music Rights, un gruppo britannico che lavora per gli interessi degli artisti e dei publisher musicali, ha condotto un sondaggio per la University Of Hertfordshire, fra un campione medio di studenti fra i 14 e i 24 anni, per studiarne le abitudini musicali.
Il 90% di loro ha dichiarato di possedere un lettore mp3 con circa 1770 brani caricati. Il dato più interessante è che solo la metà di questi brani sono stati pagati, mentre l’altra metà ottenuta per vie traverse: per il 58% sono stati trasferiti da un hard drive di un amico; il 63% ha scaricato brani tramite un servizio di P2P, mentre il 42% consente l’uplaoding via P2P, dimostrando una certa dose di altruismo.
Dati che da una parte continuano a confermare la rilevanza del “download grigio”, che rappresenta forse ancora una fetta molto rilevante, almeno per gli utenti che possiedono un lettore mp3. D’altra parte gli utenti sono ancora disposti a spendere per avere la loro musica, sempre che siano loro offerti i servizi che richiedono.
Un segnale che dovrebbe far capire all’industria discografica che ad oggi la voglia di musica è più accesa che mai: gli appassionati spendono sempre, sia per la musica dal vivo, sia per i CD: il 60% degli interpellati continua ad acquistare supporti fisici. Saranno quindi i servizi concepiti per l’utenza a fare la differenza e sarà fondamentale dover sfruttare questo momento di entusiasmo del mercato musicale, pirateria permettendo.