Il senso dell’operazione parrebbe ovvio: l’assemblaggio e buona parte della produzione saranno affidati ad aziende locali. Con la conseguenza che i costi resteranno contenuti e l’industria del settore avrà un ulteriore incentivo a crescere.
Secondo il produttore – quella Novatium Solutions che già ha lavorato con successo all’innovativo progetto NetPc, un computer privo di qualsiasi software che gira solamente in remoto – il laptop interesserà un mercato di dieci milioni di potenziali clienti nei prossimi cinque anni.
Secondo il CEO Alok Singh, i costi saranno contenuti grazie all’ampio ricorso a chip pensati per il mercato mobile. Quello che nel 2005 faceva sorridere tutti – da Bill Gates al management di AMD, oggi è un progetto realizzabile. E se il costo finale del progetto Negroponte – One Laptop Per Child – è arrivato a sfiorare i 175 dollari, c’è da scommettere – anche alla luce del successo di NetPc – che Novatium Solutions saprà mantenere le promesse.
Il vero problema non è – come forse alcuni pensano – di natura hardware. Sono il software e il sistema operativo a spingere su il prezzo sino a toccare i 300 dollari almeno. Ma, mentre la televisione e gli apparecchi mobile hanno, tutto sommato, saputo diffondersi ovunque, non è così per il computer. «L’obiettivo di Novatium è riuscire a vendere allo stesso prezzo della TV e dello smart phone un prodotto che offra decisamente di più» – continua Singh. I tempi sono maturi affinché il computer si affianchi ai più noti gadget tecnologici. Vedremo se la realizzazione indiana saprà essere all’altezza delle aspettative.
[A cura di Fabio Bertoglio]