Sono tantissimi e non accennano a diminuire. Anzi, aumentano. Quelli che stanno su Linkedin, il social network dedicato al mondo del lavoro più popolare di Internet, sono una marea. Anche in Italia, con 800mila utenti di cui 300mila donne, o in Europa, con 11 milioni di utenti. L’azienda è in ottime condizioni economiche: un ricco parterre di venture capitalist la finanzia ma lei non spende soldi, perché ha un flusso di cassa generato dai profili professionali a pagamento genera sufficiente introiti da non dover intaccare il capitale. E la stima del mercato è che Linkedin possa valere circa 1 miliardo di dollari.
Il momento di quotarsi in Borsa? No, non ancora, dice il co-fondatore dell’azienda, Reid Hoffman. Smentendo i rumors di una rapida offerta sul mercato del titolo Linkedin, Hoffman ha ribadito le buone condizioni dell’azienda e il fatto che in questa fase si stia lavorando al consolidamento del modello di business e alla crescita, senza affanni per andare in Borsa. Non accenna così a diminuire il numero di grandi aziende del settore social network che avrebbero la maturità per sbarcare sui listini ma si trattengono, probabilmente spaventate dall’idea di perdere il controllo o di essere fagocitate dal meccanismo della Borsa, con sbalzi e perdite improvvise di valore.