Le autorità federali investigano sull’affaire stock options che coinvolge i vertici di Apple. Lo riferisce il Wall Street Journal in un articolo pubblicato nell’edizione di oggi.
Gli inquirenti, secondo quanto si apprende, starebbero in particolare indagando la concessione a Steve Jobs di 7,5 milioni di azioni che avevano una data di concessione falsificata. Per verificare l’esatto svolgimento dei fatti, sempre secondo il giornale, ci sarebbe in programma l’interrogatorio di Wendy Howell, che aveva fatto parte del team legale di Cupertino redigendo materialmente i documenti di concessione delle azioni. La Howell, come riportato in un precedente articolo di Macity, è stata anche l’unica dipendente di Apple ad essere stata licenziata in conseguenza della vicenda.
L’indagine della commissione federale mirerebbe a capire chi avrebbe ordinato la falsificazione delle carte e se davvero Jobs è estraneo al gruppo che avrebbe avuto una parte attiva nella concessione delle stock options. Se, infatti, la manipolazione delle opzioni d’acquisto delle azioni si configura come una violazione delle norme fiscali, la presentazione di documenti falsi alla Sec, come nel caso di Apple, è ben più grave, in quanto configura reati che vengono puniti con sanzioni di carattere penale.
Tra le vicenda da chiarire anche il fatto che Job avrebbe sì rinunciato alle stock options non regolari, ma in cambio avrebbe avuto azioni ordinarie che gli avrebbero comunque prodotto un profitto.
Come noto la commissione d’inchiesta interna ad Apple avrebbe completamente scagionato Jobs, giudicandolo estraneo all’intero svolgimento dei fatti.