Un piccolo errore: l’edizione non poteva essere distribuita. E “1984” di George Orwell viene “ritirato” momentaneamente dal commercio. Nel senso che Amazon lo “ritrae” dai Kindle di chi lo ha effettivamente comprato. Il libro non scompare solo dallo scaffale della libreria digitale, ma anche dal comodino dei lettori. Stessa situazione accade anche con Nook, l’apparecchio per acquistare e leggere libri della grande catena libraria statunitense Barnes & Noble. In questo caso si tratta però di errore della piattaforma: aggiornando il Nook questo ha cancellato a uno sfortunato utente americano tutti gli ebook comprati presso negozi di terze parti e installati autonomamente.
Cosa succede? Storie di ordinaria paura. C’è chi usa il DRM, le manette digitali (e il formato ePub è il campione, con la tecnologia ben innervata nello standard grazie ad Adobe), chi tenta la strada addirittura dei formati proprietari come Amazon, che per non sbagliarsi ha comprato un’azienda e creato un suo formato per il Kindle apposta per cercare di limitare l’impatto della pirateria. In generale, il libro digitale non viene venduto dall’editore come l’equivalente cartaceo, ma dato in utilizzo, messo a disposizione, concesso in licenza. E non può essere quindi riutilizzato: ad esempio per prestarlo o regalarlo a un amico.
Ancora: il libro in formato elettronico non può essere comprato in modo anonimo: perché nella transazione c’è dietro una carta di credito o un account registrato con tanto di email, indirizzo, e via dicendo. Domani queste informazioni potrebbero diventare molto pericolose: quali libri sono stati comprati da giovane dal candidato alla presidenza? E dalla persona che vogliamo assumere? E la nostra compagna, il nostro compagno, i nostri figli, i nostri amici e colleghi: cosa leggono?
Nella sua dura requisitoria Richard Stallman, libertario estremo, padre di GNU e della Free Software Foundation, non accetta di scendere a compromessi: il libro digitale è uno straordinario strumenti tecnologico ma anche un fenomenale passo indietro per la libertà di chi lo compra.
La sua denuncia è particolarmente “forte” perché, pur essendo un personaggio difficile, oltranzista, intransigente, è difficile dire che Stallman non capisca quali siano gli effetti della tecnologia. E anche non condividendo il suo punto di vista ad esempio sulla natura del software, si può guardare alle sue opinioni per quanto riguarda la privacy e la libertà delle persone.
Senza contare che in questo caso anziché attaccare un modello di business tradizionale, cioè quello autore-editore-distributore-libreria (sul quale Stallman non si pronuncia), il ricercatore si limita a sottolineare che, dietro a una potenziale libertà, vi è in realtà un rischio e una limitazione della libertà ancora più grande. E, considerando l’importanza cruciale dei libri per far crescere gli individui liberi e dotati di una capacità di giudizio autonoma, forse il Drm dei libri è davvero uno degli aspetti critici della società digitale e analogica del futuro.