Business Software Alliance (BSA) ha presentato i dati delle attività di enforcement a livello EMEA (Europa e Medio Oriente) per il primo semestre del 2009: sono oltre 2,4 milioni di euro i risarcimenti danni sostenuti dalle aziende sorprese ad utilizzare software illegale nella regione, cui vanno sommati ulteriori 4,6 milioni di euro sostenuti dalle medesime aziende per dotarsi del software legale che avrebbe dovuto girare sui loro computer da sempre. Non è facile stimare anche i costi sostenuti dalle stesse società per spese legali, ma è certo che anch’esse andrebbero computate nel cosiddetto “costo della pirateria”.
Con riferimento al sistema-Italia, nello stesso periodo, i consulenti di BSA hanno fornito supporto tecnico in decine di azioni, sull’intero territorio nazionale, su richiesta delle Forze dell’Ordine, rinvenendo così 866 programmi software illecitamente detenuti per un controvalore stimato pari a 1.150.000 euro. Le sanzioni sono quindi state circa il doppio di questo valore, cioè oltre 2.300.000 euro.
Le azioni parallelamente condotte sul versante civilistico hanno invece portato le aziende verificate e trovate senza licenze a fronteggiare esborsi per danni e legalizzazioni del parco software di circa 30.000 euro in media, ma con picchi fino ad oltre 100.000 euro.
“A questo riguardo, è giusto sottolineare che si tratta di costi sostenuti da aziende di dimensioni medio piccole, ossia con un numero di postazioni informatiche tra le 10 e le 50 circa”, ha spiegato Simona Lavagnini, legal counsel di BSA in Italia. à infine notizia di pochi giorni fa la chiusura di un’importante vertenza con una grande impresa del Centro Italia, che ha sostenuto ben 80.000 euro di danni (escluso l’acquisto del software legale), ad ulteriore riprova delle pesanti conseguenze finanziarie della pirateria.
“E’ inoltre importante ricordare * prosegue Lavagnini * che alle responsabilità sopra citate, si potrà aggiungere anche la responsabilità penale amministrativa dell’azienda in quanto persona giuridica, come previsto dal DDL 231 (il c.d “Decreto Sviluppo”) approvato dal Parlamento italiano pochi giorni fa”.
La norma, come si ricorda, prevede sanzioni pecuniarie fino a circa 775.000 euro e sanzioni interdittive come la sospensione dell’autorizzazione o il divieto di pubblicizzare beni o servizi fino ad un anno, oltre all’eventuale responsabilità penale dei dirigenti in caso di mancata adozione delle necessarie policy interne.
A livello europeo, la sanzione finanziariamente più elevata comminata ad un’azienda che utilizzava software pirata ha comportato risarcimento danni e acquisti per “regolarizzazione” delle licenze per oltre un milione di euro, esborso toccato lo scorso giugno a un’impresa tedesca, al momento il secondo al mondo per importo complessivo nella storia di BSA.
[A cura di Mauro Notarianni]