La presa di posizione di Jobs sul mondo dei Drm e sui sistemi chiusi, è un buon segnale perché significa che Apple sta prendendo coscienza del problema, ma è la stessa Apple che deve agire non i paesi europei. Questa la presa della Norvergia, il paese che più di ogni altro si è schierato contro l’ecosistema iPod e iTunes, sull’inusuale lettera che ieri sera è apparsa sul sito di Cupertino nel contesto della quale, per la prima volta in maniera chiara e pubblica, Jobs esprimeva il suo favore per l’eliminazione dei software anticopia.
Torgeir Waterhouse, che rappresenta il movimento dei consumatori del paese nordico, autore di una iniziativa che ha già portato alla decretazione in Norvegia dell’illegalità del sistema Drm usato da Apple (e da altri protagonisti del settore), parla a stretto giro di posta, rilasciando le sue dichiarazioni al sito americano Macnn . ‘Ci pare positivo ‘ dice Waterhouse ‘ che Jobs si assuma la responsabilità che compete ad Apple, in quanto tra i leader nel campo della sfera digitale. E’ un buon segnale del fatto che anche loro stanno cominciando a pensare che il vincolo deve essere abbattuto, ma non sono i paesi europei che devono fare pressione sulle case discografiche, è Apple, che gestendo il servizio, deve farsi carico della responsabilità di offrire un prodotto che rende semplice l’uso per i consumatori, anche se è vero che le case discografiche hanno una loro parte di responsabilità ‘
Waterhouse respinge anche l’opinione di Jobs secondo cui il player non sarebbe un sistema chiuso e i suoi utilizzatori non sarebbero vincolati ad esso (perché, secondo Jobs, la musica acquistata da iTunes sarebbe poca percentualmente). Il rappresentante dei consumatori infine dice di non accettare come una scusa valida il fatto che tutti i principali operatori del settore hanno un ecosistema chiuso: ‘Questo approccio ‘ dice Waterhouse ‘ è sbagliato e svantaggioso per i clienti, non importa in quanti lo seguano’
Waterhouse, in ogni caso, vede la lettera come un passo interessante. ‘Il fatto che Apple si muova è una buona notizia ‘ dice il rappresentante dell’associazione dei consumatori ‘ ora si deve passare all’azione per fare un passo verso una società digitale realmente funzionante’