Il governo cinese snobba Google e ha scelto Apple per dirottare fondi d’investimento per 300 miliardi di dollari in titoli statunitensi. La decisione potrebbe avere a che fare con le ostilità tra Google e le autorità cinesi che a detta di molti analisti potrebbe portare a ramificazioni imprevedibili nei rapporti tra Washington e Pechino. Google ha cessato di autocensurare il proprio motore di ricerca e anticipato che potrebbe abbandonare definitivamente il mercato cinese, una decisione senza precedenti nei rapporti tra le multinazionali occidentali e la potenza asiatica. Il mercato cinese è considerato il più vasto del mondo: gli utenti Internet sono circa 300 milioni e in questo campo la Repubblica Popolare ha superato anche gli Stati Uniti.
Al suo sbarco nel Paese nel 2006, Google accettò di prestarsi a installare filtri nel motore di ricerca in obbedienza alla censura locale, oscurando automaticamente i siti sgraditi al governo e le notizie tabù. Da metà gennaio Google ha interrotto la “collaborazione” facendo apparire, ad esempio, il Dalai Lama e le immagini del massacro di Piazza Tienanmen nel 1989, un gesto di sfida che rischia di durare poco e può preludere all’oscuramento totale.
[A cura di Mauro Notarianni]