L’Unione Europea dice basta alla concessione delle licenze per vendita di musica su base nazionale. L’attuazione del minacciato dispositivo che concederà a chi gestisce un negozio musicale come iTunes di creare un processo di autorizzazione alla vendita centralizzato, rivolgendosi ad una sola autorità nazionale, per avere diritto alla commercializzazione in tutta la Ue, è di oggi.
La vicenda ha preso le mosse diverso tempo fa, quando l’Unione aveva riscontrato nella pratica seguita da tutte le autorità nazionali quali la Siae, una infrazione alle norme comunitarie che prevendo la libera circolazione dei servizi e dei beni senza barriere doganali o limiti nazionali. In pratica chiunque dovrebbe avere il diritto di comprare una canzone in qualunque paese d’Europa e chi vende dovrebbe avere il diritto di acquisire una licenza in un paese e farla valere ovunque. Questo oggi non avviene per effetto di un accordo corporativo che, come accennato, è in infrazione, dice l’Ue, con le regole stabilite dall’Unione.
L’indagine Ue aveva preso le mosse da un esposto della televisione satellitare musicale tedesca RTL e dal negozio di musica digitale Music Choice. L’Unione aveva accolto sostanzialmente la posizione delle realtà che si battono contro le restrizioni nazionali, invitando informalmente le autorità per i copyright a modificare le loro pratiche di licenza, invito che non è bastato e a cui fa ora seguito un dispositivo formale.
Recentemente 220 artisti europei tra cui Robin Gibb, Charles Aznavour, Sade, David Gilmour, Julio Iglesias, Maurice Jarre, Mark Knopfler e Michel Legrand aveano presentato un appello per indurre l’Unione a tornare sui suoi passi sostenendo che un accordo di licenza paneuropeo avrebbe avuto come effetto una riduzione nella scelta della musica con pesanti ricadute sulla capacità degli artisti di raccogliere profitti e quindi esprimere la loro creatività . L’Unione risponde ora sottolineando come non ci sarà alcuna variazione alle royalties raccolte dagli artisti e come grazie a questa disposizione sarà possibile liberare la concorrenza e consentire al mercato della musica digitale europeo di concorrere con quello americano rispetto al quale ci sono pesanti ritardi, determinati proprio alle barriere che sussistono al giorno d’oggi.