L’Office of Fair Trading britannico, ha deciso di indagare sulle applicazioni che sfruttano l’ormai popolare modello freemium, ovvero la tendenza ad offrire le app subito a disposizione gratis per poi spingere l’utenza all’acquisto successivo in-app.
Alla base dell’investigazione dell’organo UK c’è il sospetto che alcune software house abbiano adottato un atteggiamento “ingannevole, commercialmente aggressivo o comunque scorretto” soprattutti nei confronti dei più giovani, bimbi e ragazzini, per spingere ad acquisti compulsivi in-app che hanno poi un pessimo riscontro soprattutto sui portafogli dei genitori.
Così ha commentato la decisione Cavendish Elithorn, rappresentante dell’OFT:
Siamo preoccupati che i bambini e i loro genitori possano essere soggetti a pressione sleale per l’acquisto durante il gioco per prodotti che pensavano fossero gratuiti, ma che di fatto possono nascondere notevoli costi
La strategia dei prodotti “freemium” è sicuramente molto efficace dal punti di vista marketing, essendo capace di offrire ad un utente il piacere del gioco salvo poi tentare (e in alcuni casi costringere) il giocatore a spese inizialmente non previste per poter ottenere vantaggi o contenuti aggiuntivi.
Questo però nasconde insidiosi rischi economici, soprattutto quanto sono i più piccoli ad impadronirsi dei device, come nel recente caso di Danny Kitchen, capace di spendere circa 2.000 euro alla app Zombies VS Ninjas. In questo caso però l’obiettivo dell’indagine non sono Apple o Google e le modalità atte ad impedire avvenimenti di questo tipo ma la pressione commerciale dei produttori di giochi.