Per il Wi-Fi pubblico l’Italia è messa male, se non molto male, ma per quanto riguarda quello casalingo le cose non sono così disastrose, addirittura chi naviga in Internet nel nostro paese sfrutta maggiormente questa tecnologia degli americani. Il risultato, piuttosto sorprendente almeno stando alla vulgata che vuole gli italiani arretrati sul piano del wireless e delle connessioni in Internet in generale, arriva da una indagine di Strategy Analitics svolta su base mondiale.
Secondo la ricerca, in Italia il 61,8% delle case ha un collegamento Wi-Fi; la percentuale è sopra, anche se di poco, a quella degli USA che ha il Wi-Fi nel 61% delle abitazioni.
L’Italia non è troppo distante dal Canada (67,8%) o dal Giappone (68,4%), nazioni che hanno, soprattutto il Giappone, una penetrazione del broadband largamente superiore a quella del nostro paese. Al top della classifica troviamo l’inarrivabile Corea del Sud (80,3%), seguita da Regno Unito (73,3%), Germania (71,7%) e Francia (71,6%).
Il dato percentuale, per quanto da prendere con una certa soddisfazione da parte di chi ritiene che l’accesso ad Internet sia un fattore di sviluppo e progresso economico e sociale, va valutato però anche sotto un’altra chiave e spinge a chiedersi se non sia proprio la mancanza di accessi pubblici a spingere verso l’alto gli accessi privati.
Ricordiamo, in ogni caso, che la connessione Wi-Fi nelle case degli italiani a percentuali così alte favorisce la diffusione di dispositivi che, come iPhone e iPad, si fondano in maniera determinate su questo tipo di connettività e sono del tutto privi di connessioni Ethernet. In pratica in Italia, collegamenti cellulari a parte (altro elemento caratteristico dei prodotti iOS), più del 60% delle famiglie sarebbe in grado di acquistare un iPad, un iPod touch o un iPhone e di usarlo per andare in Internet anche al posto di un computer tradizionale.