I software di foto editing sono diventati nel corso degli anni sempre più completi e complessi. Le tecniche di fotoritocco sono così raffinate che è ormai davvero impossibile distinguere foto ritoccate e no. Molti ricercatori stanno lavorando su strumenti e applicazioni scientifiche in grado di analizzare l’illuminazione di un’immagine e sentenziare se essa è originale o il frutto di una manipolazione. Benché con Photoshop & simili è possibile manipolare in vari modi le immagini rendendo agli occhi degli osservatori indiscernibili le immagini reali da quelle manipolate, la consistenza dell’illuminazione è in molti casi difficile da riprodurre e dunque software e algoritmi specializzati potrebbero individuare aree non illuminate in modo corretto e uniforme.
Molte immagini manipolate sono create inserendo porzioni di una o più foto in un’altra; la combinazione di parti diverse produce spesso risultati indistinguibili all’osservatore, anche se le parti sono diversamente illuminate. Un software, invece, può identificare aree non illuminate in modo uniforme ed essere utilizzato come prova di manipolazione in un tribunale. Sono varie le sorgenti di luce che influenzano le fotografie: la luce solare, lampioni, lampadine, la luce proveniente da finestre, ecc. Ognuna di queste influisce in modo più o meno ampio alla tipologia d’illuminazione complessiva della scena.
Su Technology Reviewè stato pubblicato un interessante articolo che illustra il lavoro di alcuni studiosi in questo campo. Micah Kimo Johnson, un ricercatore del MIT che lavora nel campo cognitivo, ha ad esempio, pubblicato un’interessante ricerca che illustra teorie e algoritmi che permettono di riconoscere eventuali manipolazioni confrontando varie porzioni e punti dell’immagine (il confronto ideale si ha analizzando immagini con colori uniformi).
Le tecniche illustrate, pur con molti limiti, sono interessanti e potrebbero diventare utili per il mondo dell’analisi forense, per la protezione del lavoro di fotoreporter, per verificare l’originalità di fonti e per fugare incertezze nei casi dubbi di violazione del copyright.
Nelle foto sopra due esempi di manipolazioni d’altri tempi: il comandante delle forze statunitensi Sherman posizionato tra i suoi generali, e Hitler con e senza Joseph Goebbels il ministro della Propaganda nel Terzo Reich.
[A cura di Mauro Notarianni]