Il business del futuro? Non sono i processori o le memorie, ma le batterie per auto. A lanciare il singolare giudizio, rivolto oltretutto ad Intel (il più grande produttore di processori al mondo) è niente di meno che uno dei suoi padri storici, vale a dire Andy Grove. Il quale vede nel futuro non computer fantasmagorici da rifornire di chip sofisticati, ma auto elettriche in cerca di batterie.
In effetti, il mercato di questo segmento è tutto da costruire. E dovrà essere fatto rapidamente: il catafascio del settore automobilistico americano produrrà come reazione un possibile rinnovo del settore e, argomenta Grove in una intervista al Wall Street Journal non disponibile online, questo può voler dire una cosa sola. Auto elettriche per tutti.
La ricetta di Grove è pensata per far soldi: l’opportunità di entrare in un settore del mercato mondiale delle batterie in cui mancano tecnologie consolidate e convincenti. Insomma, la divisione di ricerca e sviluppo di Intel potrebbe creare prodotti che poi il colosso di Santa Clara ha soldi e risorse e impianti per realizzare e commercializzare in tutto il mondo. Un piano fantastico. Ma si farà ? Avrà successo?
I dubbi sono legittimi. Questo è un momento di profonda transizione per quanto riguarda il comparto delle tecnologie informatiche. Da un lato, alcuni potranno godere della spinta che il futuro presidente Obama ha promesso che comincerà a dare a partire da fine gennaio quando entrerà in carica. Si tratta di aziende come Cisco che producono infrastrutture di rete, il futuro di quel che Obama pensa per l’America, oppure di aziende che producono tecnologie “verdi” sia per i datacenter che per l’informatica più in generale.
Dall’altro lato, altri si troveranno nella spiacevole posizione di produrre a costi comunque alti tecnologie che in realtà sono commodity. Cioè, memorie e processori. Oramai svalutate da un punto di vista dei cicli industriali e dei fatturati. Cosa succede in questo segmento? Secondo Grove bisogna giocare la carta della diversificazione e tentare la via delle batterie per auto.
Ma non è un settore così semplice. Innanzitutto da tempo si cerca di realizzare questi prodotti e numerose aziende hanno già fatto investimenti importanti. Anche nei paesi emergenti, come India e Cina (dove l’auto elettrica ha le maggiori chance di essere realizzata in volumi significativi nel medio periodio). E in queste ultime aree, difficilmente un’azienda occidentale riuscirà ad imporsi, vista l’ambizione delle industrie locali di realizzare da sole i propri modelli vincenti per stimolare in maniera completa la fiorente industria locale.
Avrà allora seguito la dichiarazione di Grove? In realtà , se non era rivolta a mercati e azionisti (per far capire che Intel non dorme sugli allori e che il titolo vale gli investimenti), è possibile piuttosto un’altra interpretazione. Quella cioè della lotta di potere per decidere il futuro dell’azienda. Con Grove che si fa carico delle aspirazioni di una serie di manager e consiglieri di amministrazione cercando di far sapere soprattutto al resto dei nodi decisionali dell’azienda quale sarà il futuro secondo loro. E in questo caso, sarà tutto da vedere chi vincerà .