Il caso Psystar può andare avanti. Ecco quello che il giudice William Alsup, a cui è affidata la vertenza legale che oppone il produttore di cloni ad Apple per la ben nota vicenda dei cloni, ha sentenziato nello scorso week end.
Il pronunciamento di Alsup, si apprende da Computerworld, giunge al termine dell’esame della modifica al procedimento originario, quello che aveva inizialmente accusato Apple di esercizio illegale di monopolio. Psystar, vista respinta la causa, aveva variato gli incartamenti sostenendo che Apple ha indebitamente usato l’argomento del copyright su Mac Os sul quale non avrebbe alcun diritto per alcuni errori procedurali nell’iscrizione, e in quanto tale non avrebbe neppure l’autorità per impedire che altre realtà utilizzino il suo sistema operativo per far funzionare macchine diverse dai Mac.
Secondo Alsup, Psystar ha il diritto di verificare in un tribunale se sussiste un reale utilizzo indebito del copyright. Se questo utilizzo indebito fosse provato, dice il giudice, alcune delle accuse pendenti sul capo di Psystar verrebbero a cadere. Potrebbero essere liberati da una causa pendente sul loro capo anche altri, per ora, sconosciute realtà che avrebbero contribuito allo sforzo tecnologico ed economico di Psystar per produrre cloni Mac. Apple non ha mai riferito chi fossero questi ‘complici’ di Psystar, dicendo di non averli ancora individuati, ma è molto probabile che Cupertino si riferisca a chi produce il software necessario ad eludere il sistema di protezione che impedisce a Mac Os di girare su hardware generico. Alla fine del processo, se Psystar avesse ragione, si potrebbe aprire anche la possibilità per altri produttori di costruire macchine compatibili con Mac Os e commercializzare il sistema operativo di Apple incluso in esse.
L’accusa di indebito utilizzo della legge sul copyright resta, di fatto, l’ultima arma nelle mani di Psystar per cercare di contrastare sul piano legale Apple. Caduta l’accusa di esercizio illegale di monopolio, il giudice Alsup ha rimandato al mittente anche quella di concorrenza sleale, giudicata non pertinente. Come dire che, in pratica, solo se si proverà che davvero Apple, in uno sviluppo clamoroso e sicuramente a quel punto poco dignitoso per il suo ufficio legale, avesse mancato di registrare propriamente il copyright di Mac Os, Psystar potrà avere qualche strumento per difendersi.
Ora Psystar ed Apple hanno tempo ancora 20 giorni per presentare le loro controdeduzioni a quando disposto dalla corte. Successivamente dovrebbero cominciare le procedure per il processo che, salvo altri sviluppi, è in calendario per il 9 novembre.