Punto di svolta per la querelle che coinvolge Apple e cinque grandi nomi dell’editoria mondiale. Preannunciata questa mattina da fonti di Reuters, si è materializzata oggi un’azione legale del Dipartimento di Giustizia americano contro Apple ed alcune case editrici. L’accusa è quella di aver fissato un costo predeterminato il prezzo degli ebook sul mercato, impedendo ad altri rivenditori on line di praticare sconti su di essi, azione valutata come anti-concorrenziale dalla corte statunitense.
Dalle poche informazioni si apprende che con Apple finiranno sotto la lente del DOJ quatto editori coinvolti, vale a dire HarperCollins Publishers Inc, Hachette Book Group, Penguin e Macmillan; non sarenbbero sul banco degli accusati invece Pearson e Simon & Schuster che sembravano inizialmente della partita. Non è chiaro se queste due realtà abbiano deciso di collaborare con il dipartimento per raggiungere un accordo estragiudiziale.
Apple, Pearson e Macmillan, secondo Reuters, si sarebbero opposte al tentivo del Dipartimento di Giustizia di arrivare ad una mediazione rendendo inevitabile lo scontro, che potrebbe scaturire in una causa nei confronti di Cupertino da parte dello stesso DOJ, a meno che non ci sia un passo indietro prima della formalizzazione del procedimento di indagine e del successivo processo.
Ricordiamo che Apple è in bilico in Europa per la stessa ragione. Anche nel Vecchio Continente questa pratica sarbbe sospetta di essere anticoncorrenziale e finalizzata a proteggere i profitti degli editori (e di Apple). Amazon si può considerare una delle vittime di questo modello. In pratica chi vende su iTunes, non può vendere altrove ad un prezzo inferiore; questo significa che qualunque rivenditore on line è obbligato ad accettare il costo praticato dall’editore, senza poter fare alcuno sconto. In precedenza Amazon valutava liberamente a quale costo lanciare i libri elettronici, anche eventualmente sottocosto e in perdita, limitandosi a riconoscere all’editore una cifra pattuita.