Gli scienziati di IBM e della Stanford University, in un articolo pubblicato sulla rivista Macromolecules della American Chemical Society, illustrano nel dettaglio le scoperte che potrebbero condurre allo sviluppo di nuovi tipi di plastica biodegradabile e biocompatibile. Frutto di una ricerca pluriennale, tali scoperte potrebbero anche condurre a un nuovo processo di riciclaggio, in grado di incrementare significativamente il riutilizzo del comune PET e, in futuro, della bioplastica. Questo annuncio potrebbe avere implicazioni di sostenibilità in una vasta gamma di settori, tra cui quelli della plastica biodegradabile, del riciclaggio della plastica, della sanità e della microelettronica.
Gli scienziati stanno sperimentando l’applicazione dell’organocatalisi alla chimica “ecologica” dei polimeri, che rappresenta un cambiamento sostanziale nel campo. Questa scoperta , insieme a un nuovo approccio che utilizza catalizzatori organici, potrebbe condurre a molecole biodegradabili ben definite, prodotte da risorse rinnovabili.
Le bottiglie di plastiche usa e getta sono una delle sfide ambientali più impegnative: si stima che ogni anno vengano smaltiti 13 miliardi di bottiglie di plastica. Anche se la plastica è riciclabile, i materiali realizzati da bottiglie di plastica riciclate vengono smaltiti nelle discariche, cioè si limitano a un “riutilizzo di seconda generazione”. Negli Stati Uniti, ogni anno più di 28 Kg di imballaggi di plastica pro capite vengono eliminati, anziché essere ripetutamente riciclati. La nuova scoperta nella chimica ecologica potrebbe condurre a un nuovo processo di riciclaggio in grado di invertire il processo di polimerizzazione, per rigenerare i monomeri al loro stato originale, riducendo significativamente i rifiuti e l’inquinamento.
IBM sta anche collaborando con gli scienziati del King Abdulaziz City for Science and Technology (KACST) per sviluppare il processo di riciclaggio per la plastica in polietilene tereftalato (PET), comunemente impiegata nei contenitori per alimenti, bevande e altri liquidi.
Questi importanti progressi sono promettenti anche per le applicazioni in campo biomedico. Ad esempio, molti farmaci studiati per essere efficaci contro le cellule cancerogene sono spesso così potenti da attaccare sia le cellule cancerose che le cellule sane. L’uso dell’organocatalisi potrebbe aiutare a ideare polimeri personalizzati, in grado di trasportare il farmaco a una specifica cellula o regione.
[A cura di Mauro Notarianni]