La Commissione Europea ha pubblicato uno studio dal quale emerge che circa l’84% dei software analizzati che consentono ai genitori di bloccare l’accesso a determinati siti web, sono meno efficaci quando si tratta di filtrare i contenuti del cosiddetto “web 2.0”, come i social network e i blog. Secondo tale studio, pochi dei prodotti disponibili sul mercato sono in grado di filtrare il contenuto web cui si accede tramite telefoni cellulari o console per videogiochi, mentre attualmente un bambino su quattro, in Europa, accede a internet proprio in questo modo. Parallelamente un sondaggio EUKidsOnline, anch’esso finanziato dall’EU Safer Internet Programme (programma dell’UE per un’Internet più sicura), ha riscontrato che solo un quarto dei genitori europei utilizza programmi per monitorare o filtrare le attività dei figli online o per tenerne traccia. La pubblicazione di questi studi serve a sensibilizzare in merito all’importanza di tutelare i bambini da alcuni contenuti disponibili su Internet e nello stesso tempo danno ai genitori indicazioni obiettive sui programmi di controllo parentale più efficaci.
Un quarto dei genitori blocca o filtra i siti web (28%) e/o tiene traccia dei siti visitati dai figli (24%). Tuttavia le differenze tra Stati membri sono notevoli, con un 54% di controllo nel Regno Unito e un 9% in Romania. Oltre all’uso di strumenti di controllo, il 70% dei genitori intervistati ha affermato di parlare con i propri figli delle loro attività online. Il 58% dei genitori dichiara di stare accanto ai propri figli quando usano Internet e oltre metà dei genitori agisce attivamente, ad esempio suggerendo ai propri figli come comportarsi con gli altri online (56%) e parlando degli aspetti che potrebbero disturbare i bambini (52%).
I tool di serie con Mac OS X sono stati valutati con il punteggio più alto in termini di funzionalità, efficacia, sicurezza e usabilità. Il sistema sarà rivisto ogni sei mesi fino alla fine del 2012. Tra le funzioni considerate: la capacità di distinguere correttamente le pagine che possono essere viste (è stato analizzato un campione di 6000 pagine web con testi, immagini e video) e la capacità del software nell’impedire all’utente di disabilitare le protezioni.
Sono state testate restrizioni concernenti Skype, tool di P2P, per l’accesso via FTP, IRC, alla posta elettronica, a parole chiave, MSN e così via, oltre a siti 2.0 quali blog, YouTube e social network. Su iPhone/iPad è stato testato SafeEyes Mobile (15,99 euro sull’App Store) ma gli strumenti di filtraggio di questo browser si sono rivelati meno efficaci dell’equivalente applicazione desktop per Mac e PC (arrivata ad ogni modo al secondo posto nella classifica degli strumenti di filtraggio e protezione).
Con l’introduzione del Mac App Store, ricordiamo che sono state estese le funzionalità di controllo censura anche al negozio di software on-line. Apple ha incluso i controlli censura grazie ai quali è possibile limitare l’accesso ad App Store o alle applicazioni installate da parte di un utente (l’App Store comunica con il pannello Controlli Censura di Preferenze di Sistema) e grazie a questa impostazione i genitori possono far sì che i figli utilizzino solo le applicazioni adatte alla loro età. Per accedere a tali impostazioni è sufficiente aprire Preferenze di Sistema, fare click sull’icona “Controlli Censura” e impostare le modifiche concernenti l’account desiderato. La sezione “Limita applicazioni” consente di specificare quali applicazioni sono avviabili. La sezione “Consenti app di App Store” permette di specificare se è possibile scaricare tutte le app, impedire lo scaricamento di App consigliate da certe età in poi o impedire l’avvio di particolari applicazioni.
[A cura di Mauro Notarianni]