Nei film western degli anni Trenta, quelli con Tom Mix per intendersi, i buoni avevano sempre un cappello bianco, i cattivi invece nero. White Hat e Black Hat sono diventati così per gli americani il sinonimo di “buoni e cattivi” “guardia e ladri”. Nell’era digitale, i Black Hat sono gli hacker duri ma puri, quelli che non seguono le regole, mentre i White Hat sono “addomesticati” e sono anche rientrati nei ranghi.
Il Pantheon degli esperti di sicurezza, tutta gente con più di 25 anni, è simile a quello degli ex calciatori. Mentre chi calciava un pallone poi si ricicla come allenatore o, al limite, commentatore televisivo, così i vari Kevin Mitnick, Dan Kaminsky, Ralph von der Heyden e Julien Tinnes sono diventati consulenti, esperti e via dicendo. Adesso, sono finiti alla berlina digitale.
Ci ha pensato un gruppo di hacker con il cappellaccio nero, chiamato HF0 (lo zero sta per 0wned, “posseduto”, cioè computer controllato) che ha preso il controllo dei computer e dei server di questi personaggi della scena pubblica degli hacker. E ha rilasciato di recente un primo blocco di informazioni nel documento ZF05.txt, la quinta puntata della *zine (la rivista amatoriale in formato digitale) del gruppo. Si tratta di un quantitativo di dati enorme, prelevato di peso dagli hard disk dei rappresentanti della sicurezza: email, dati personali, altre informazioni riservate. Una figuraccia micidiale non solo per i commentatori ed esperti di cui sopra, ma anche per alcuni degli hacker “veri”, ancora in attività , che hanno ricevuto il medesimo trattamento: darkmindz, elitehackers, hak5 e binrev.
Come mai? Lo scopo è protestare e mettere alla berlina le politiche dell’industria della sicurezza informatica, che sta diventando sempre più pervasiva e segue la politica della full discolosure per le debolezze informatiche, che il gruppo ZF0 invece avversa.
Tra i più “odiati” da ZF0 ci sono Kaminsky: più di 1,5 gigabyte di dati “prelevati” dagli hacker dai computer di Kaminsky a partire dal 2005. “Lui è diventato famoso solo perché il suo ego è così straboccante che attacca il pianeta con le sue sparate prive di senso”.
Anche Mitnick ha ricevuto un trattamento analogo: “Kevin è diventato per i media uno dei principali rappresentati della comunità hacker, da cui in realtà si è sempre più staccato a partire dal suo rilascio. […] Il fatto è che non può rendere sicuro il suo sistema perché non ha la più pallida idea di come si faccia”.