La freccia del barometro che segna “che tempo fa” nelle previsioni per il lancio del GooglePhone, torna a marcare brutto. A raffreddare gli entusiasmi di chi spera che il colosso di Internet possa entrare nel mercato dei telefoni mobili con un dispositivo convergente a basso costo è stato Richard Kimber, capo delle operazioni Google del Sud Est asiatico.
In una dichirazione rilasciata all’Australian Financial Reviews, Kimber ha negato che Google sia interessata ad un simile dispositivo che implicherebbe la discesa nel campo hardware, dove la società di Mountain View non ha alcuna esperienza. “Il mondo della telefonia – ha detto Kimber – per noi è molto rilevante, ma non siamo interessati per il momento a creare un telefono cellulare. Il nostro obbiettivo è creare alleanze con i leader del settore per lo sviluppo di innovativi servizi su scala mondiale”
Le dichiarazioni di Kimber giungono a poca distanza da quelle rilasciare da Isabel Aguilera, direttore generale di Google per i mercati di Spagna e Portogallo secondo cui, invece, i ricercatori della società starebbero studiando, se non altro, la fattibilità del telefono o, meglio, di un dispositivo convergente in grado di portare l’esperienza di Internet (e i servizi di Google) in nazioni in via di sviluppo e dove la diffusione dei Pc e della connettività Internet non è al pari con quella che caratterizza i paesi più avanzati.