In cima alla vetta più alta del mondo della posta elettronica c’è lei, Yahoo!. Bistrattata, semiacquisita, sempre sull’orlo del collasso, ma ancora il servizio più popolare e diffuso di posta elettronica sul pianeta. Decine e decine di milioni di caselle di email che ogni giorno pompano dentro e fuori messaggi, definendo l’identità e la capacità di comunicare di centinaia di milioni di persone.
Segue Hotmail, che era nata “libera e selvaggia”, poi è stata acquisita da Microsoft e nonostante tutto si difendeva in maniera più che ragionevole. Ha avuto il suo grande momento di crisi solo quando sul mercato è spuntato un concorrente che offriva caselle di posta da 5 Gigabyte di spazio. Una enormità . Però quelli di Hotmail hanno fatto uno sforzo e si sono adeguati. Come premio, adesso il capo vuol cambiare loro nome, ma questa è un’altra storia.
Invece, quel che è entrato ieri nella storia ufficialmente è il sorpasso che vale un posto sul gradino più basso del podio e segnala una lunghissima agonia di uno storico servizio. Si tratta del sorpasso di Gmail, la posta dei miracoli, ai danni di AOL, il più antico tra i servizi attualmente in funzione per i messaggi digitali. AOL oltretutto poggia su posta elettronica e connettività via modem il cuore del suo business agonizzante. Inoltre, Time Warner ha deciso entro la fine dell’anno di scorporare la sua filiale, il cui modello di sviluppo è stata l’irraggiungibile pietra filosofale per almeno una dozzina di amministratori che si sono succeduti alla guida dell’azienda.
Gmail è invece il classico giovane sfidante, pieno di energia e dai capelli che luccicano al sole. Arriva in terza posizione dopo essere stato strumentale ai successi di Google in più di una maniera. à il primo servizio “comprensibile” tra i tanti offerti dalla casa di Mountain View. Ha cambiato i paradigmi della posta elettronica via web. Costituisce la pietra angolare nella creazione di utenti registrati per Google (ai differenti servizi si accede sempre con l’identità di Gmail). à ben funzionante. Saluti e onori delle armi ad AOL e speriamo che questo segnale non sia di cattivo auspicio per il buon vecchio gruppo.