Second Life parla tedesco, soprattutto. E anche un po’ francese. E inglese ma con accento britannico. Solo a questo punto arrivano gli americani, seguiti dagli asiatici e poi dai latini e mediorientali. Per essere più precisi, secondo comScore World Metrix, si sono collegati a marzo del 2007 in tutto 1,282 milioni di persone, segnando un +46% rispetto a gennaio di quest’anno. Niente male.
E la distinzione per regione di appartenenza vede una netta prevalenza dell’Europa, con il 61% degli utenti che si collegano, seguiti dal 19% degli Usa e dal 13% dell’Asia e Pacifico. Dal punto di vista del genere, dichiarato al momento stesso della registrazione dagli stessi
partecipanti a Second Life, si tratta per il 61% di uomini e per il 39% di donne.
Sono i tedeschi a farla da padroni, con 209 mila persone (il 16% del totale) durante marzo, seguiti dai francesi con 104 mila (all’8%) e poi dai britannici con 72 mila contatti (il 6%). Negli Usa sono il 26% del totale di Second Life quelli che si collegano, pari a 207 mila persone, cioè il 16%. In Asia sono 167 mila con il 13% , in America Latina 77 mila con il 6% e in Medio Oriente ed Africa sono 20 mila con il 2%.
Secondo comScore, che si occupa di misurare statistiche circa il mondo digitale, la crescita è indicativa di un momento particolarmente vitale per quanto riguarda le attività di Secondo Life, aiutata anche dal battage pubblicitario gratuito offerto da giornali, mass media e siti web del Vecchio continente. A questo punto molti osservatori si chiedono quale sarà il prossimo passo e soprattutto quando il commercio elettronico declinato al tempo di Second Life comincerà a produrre frutto statisticamente rilevanti all’interno della rete stessa.