Il design di Jonathan Ive s’ispira ai lavori di Dieter Rams? Sì, e che c’è di male? È questa in sostanza la risposta che lo stesso Rams, una delle icone del design mondiale, autore dell’immagine e dello stile dei prodotti Braun negli anni ’50 e considerato uno dei pià eminenti della corrente del funzionalismo nel design, fornisce in una Intervista da Fast Company. La rivista ha incontrato Rams in occasione dei cinquant’anni degli scaffali modulari 606 allestendo un faccia a faccia che spazi su vari temi dai dieci princìpi per il buon design ad, appunto, la tematica del design nel campo dei prodotti di elettronica per i quali Ive è un leader globale e riconosciuto
Sono proprio i dieci princìpi a mettere al centro della storia del design Apple e Ive. Rams nota come molti dei “precetti” siano stati applicati alla lettera da Apple, in particolare i concetti che spiegano i vantaggi dell’approccio “Weniger, aber besser” (traducibile come “Meno, ma meglio”) e quelli che mostrano come sia preferibile concentrarsi su aspetti essenziali, eliminando elementi accessori per ottenere prodotti semplici e autentici.
I MacBook Pro sono un buon esempio di come eliminare il superfluo: realizzato da un unico blocco di alluminio, il notebook di Apple è frutto di un prodigio ingegneristico che sostituisce numerose parti con un solo pezzo, detto “unibody”. Non è presente nessun indicatore dello stato del disco rigido, nessuna spia luminosa che indica il funzionamento del WiFi, nessun pulsante extra sulla tastiera. Il pulsante di accensione è ridotto ai minimi termini; il trackpad Multi-Touch non ha pulsanti perché è un solo grande pulsante.
Apple afferma che i designer e gli ingegneri hanno passato ore e ore a studiare aspetti quali la sensibilità (quanta pressione ci vuole per fare clic?), il feedback audio (che suono fa un clic?) e la frizione sulla liscia superficie in vetro (che sensazione dà al tatto?). L’alimentatore ha un connettore magnetico che si stacca senza danni se qualcuno inciampa nel cavo, le porte sono disposte intelligentemente sullo stesso lato del computer in modo da collegare e scollegare le periferiche con comodità, evitando che i cavi si aggroviglino.
Tornando a Rams, egli preferisce definirsi architetto anziché designer. Pare che Jonathan Ive lo abbia invitato a visitare il suo studio in Apple, a condizione che andasse da solo, senza nessun accompagnatore (come sempre nella casa di Cupertino vige il culto della segretezza). L’architetto ha raccontato un aneddoto: nel corso di un evento vide l’architetto e designer francese Philippe Starck correre verso di lui il quale, senza troppi convenevoli, gli disse: “Apple, ti ha copiato!”. Sorpreso da quest’affermazione, Rams rispose a Starcks con la massima “L’imitazione è la più sincera delle adulazioni”. Nell’intervista, Rams spiega che chi usa le sue regole gli fa un complimento, in particolare quanto queste sono utilizzate nelle nuove tecnologie.
Qui sotto un video di qualche anno fa che confrontava i prodotti di Cupertino con quelli di Braun.
Rams evidenzia come un designer, da solo, non può realizzare alcuni prodotti: c’è bisogno di un imprenditore in grado di comprenderlo, aiutarlo e indirizzarlo nella giusta direzione. Il contributo degli industriali a capo di Braun e Olivetti è stato essenziale per Rams ed egli vede il duo Steve Jobs/ Jonathan Ive come un ottimo esempio di combinazione grazie alla quale l’amministratore è in grado di avvalorare le idee del suo capo progettista.
Rams è nato in Germania nel 1932. Ha studiato architettura presso il Werkkunstschule Wiesbaden mentre imparava l’arte della carpenteria dal padre, tra il 1943 e il 1957. Dopo aver lavorato per l’architetto Otto Apel, dal 1953 al 1955, entrò a far parte di un’azienda che produceva articoli elettronici, la Braun, della quale diventò direttore del dipartimento di design nel 1961, posizione mantenuta fino al 1995.
Assieme allo staff della Braun ha realizzato numerosi prodotti memorabili, tra cui il celebre giradischi SK-4 e il proiettore ‘D’-series. È anche noto per aver progettato il già citato 606 Universal Shelving System prodotto da Vitsœ nel 1960. Molti dei suoi prodotti – macchine per il caffè, calcolatrici, radio, attrezzature audiovisive, prodotti da ufficio – sono oggi esposti in molti musei di tutto il mondo, tra cui il MoMA di New York.