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DRM e Copyright sotto pressione in Norvegia

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Dopo i provvedimenti da pochi giorni attuati in Francia nei confronti dei DRM e del copyright, tocca ora alla Norvegia, forse il paese che più di ogni altro ha gettato benzina sulla brace dei DRM.

A parlare sono gli Unge Venstre, ala giovanile del Venstre (il Partito Liberale norvegese) che al Congresso nazionale hanno tirato le somme sulla legislazione concernente diritto d’autore e gestione dei diritti digitali, tracciando alcune proposte che si distanziano dalla linea d’azione francese.

Idee chiare e definite in quattro brevi punti: legalizzare il file sharing, liberalizzare a fini artistici l’utilizzo di materiale coperto da copyright, diminuire l’applicazione temporale del copyright e abolire i DRM.

L’Unge Vestre pensa che il file sharing permetta di condividere arte e cultura a costi bassissimi. Questa diffusione culturale va favorita, mentre le leggi di tutela, nazionali e internazionali, dovrebbero limitare lo scambio di contenuti solo ed esclusivamente in relazione ai profitti.

Allo stesso modo le limitazioni sul copyright rendono difficoltosa e ostacolano la “rivisitazione” artistica di opere già  immesse nell’ecosistema culturale. Difficoltà  che gli artisti si trovano ad affrontare ogni qual volta vogliano utilizzare materiale coperto dai diritti d’autore. Anche i questo caso il rinnovo culturale andrebbe incoraggiato liberamente, limitato solo dai confini stabiliti dalle già  sufficienti leggi antiplagio.

Nella stessa direzione si muove la richiesta di diminuire la “scadenza” del copyright, (che in Norvegia “scade” a 70 anni dalla morte del detentore dei diritti), ritenuta eccessiva e quindi vessatoria nei confronti di una libera diffusione culturale.

Ancor più vessatori sarebbero i DRM, che violerebbero il diritto degli utenti di poter utilizzare liberamente ciò che hanno regolarmente pagato. Basta quindi alle barriere tecnologiche, che limiterebbero l’usufrutto di un bene acquistato a norma di legge. Nell’alternativa in cui il nodo non possa sciogliersi a livello giurisdizionale nazionale, che siano almeno specificate con chiarezza le limitazioni imposte dalla tecnologia.

Benché le proposte dell’ Unge Venstre siano davvero radicali nel loro remare contro allo status quo, dobbiamo sottolineare che, a differenza della novità  rappresentata dall’ARMT francese, i proclama provenienti dal nord Europa non hanno ancora avuto una reale conseguenza legislativa.

Si tratta di una voce importante, non solamente nella forma ma soprattutto nei contenuti. Una voce fuori dal coro che potrebbe avere una rilevante eco nel resto del Vecchio Continente. Una voce nuova, ma pur sempre solo una voce.

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