Creative Technology non versa in buone acque. I risultati del trimestre fiscale appena trascorso sono tutt’altro che incoraggianti: la società asiatica ha subito 23,6 milioni di dollari di perdite nette. Pochi se paragonati ai 114,3 milioni dello scorso anno, ma pure sempre preoccupanti.
Male anche le vendite, scese del 19% a 183 milioni di dollari, contro i 225 dello scorso anno e i 424 del trimestre precedente; gli introiti dalle vendite di prodotti digitali calano del 38%.
Le cause del pessimo risultato vanno ricercate nella mancanza di rinnovamento dei prodotti, che ha portato ad un disinteresse generale dei marcati asiatico e statunitense, dove la quota di vendite è passata rispettivamente dal 21% al 19% e dal 41% al 32% (solo in Europa c’è stata una sensibile crescita, passando dal 38% al 49%). A ciò va aggiunta una spesa da 41,6 milioni di dollari sostenuta per una sostanziosa ristrutturazione interna.
La discesa è stata parzialmente rallentata nel mese di dicembre, quando Creative ha ricevuto un’iniezione di fondi (circa 100 milioni di dollari), provenienti direttamente da Apple, in seguito al noto accordo sulla querelle per l’interfaccia dell’iPod.
I vertici di Creative si dichiarano comunque ottimisti e già attivi per ridurre le spese: da circa 62,6 milioni del quarto appena concluso, vogliono passare entro settembre a 50 milioni. Previsti anche possibili tagli dei posti di lavoro, che andrebbero ad aggiungersi a quelli già effettuati. Last but not least, si prevede il lancio di nuovi prodotti.
Tutte operazioni attraverso cui l’azienda confida di ottenere profitti a partire dal secondo quarto del prossimo anno fiscale.
La stessa Creative ammette le difficoltà nel rivaleggiare con i concorrenti nel settore digitale, primo fra tutti l’iPod di Apple; a questo proposito sembra che l’azienda di Singapore voglia concentrarsi sempre più sulla fornitura di accessori per il player Apple, per sfruttarne la diffusione.
Ricordiamo che secondo recenti stime di NPD Group Inc, Apple deteneva a gennaio il 72,3% del mercato statunitense dei lettori multimediali; seguiva Sandisk con l’8,9%. Creative si doveva accontentare del 2,9%.