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Blackberry, famoso all’estero, vietato in patria

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Si chiama Richard Fadden, è responsabile dei dipartimento ministeriale per la cittadinanza e l’immigrazione canadese. E si candida per diventare paladino di tutti quelli che ritengono il Blackberry, il piccolo telefono dedicato alla posta elettronica di Research In Motion (Rim), renda dipendenti dal lavoro. Oltre che probabilmente il più odiato dalla predetta Rim, che è anche una delle aziende più importanti e potenti in Canada.

Fadden ha infatti spedito una nota ai dipendenti dell’amministrazione pregandoli di bilanciare meglio i rapporto lavoro-vita. Anzi, di smetterla di mandare email dai Blackberry (che quasi tutti gli impiegati della pubblica amministrazione canadese posseggono, proprio come in Italia per anni le auto di servizio della PA erano Fiat) al di fuori degli orari di lavoro.

«La qualità  della vita e del lavoro e per me e per la mia organizzazione una priorità  – ha scritto Fadden nella nota – perché raggiungere questi obiettivi di qualità  ci beneficia sia da un punto di vista di singoli che come dipartimento. Quando riusciamo a bilanciare il nostro lavoro e le nostre responsabilità  personali noi, come squadra, riusciamo non solo a servire e lavorare per il pubblico interesse con migliore efficacia ma anche ad attrarre e trattenere nuovi impiegati che ci aiutino a costruire un Canada più forte».

Per queste ragioni, un vero e proprio manifesto da “proprietario illuminato” con un retrogusto new economy, Fadden chiede ai dipendenti il blackout dalle sette di sera alle sette di mattina nell’uso del Blackberry. E niente nei fine settimana o durante le feste. Cioè, niente email da casa la notte, la domenica o la mattina di Natale. Una richiesta comprensibile, verrebbe da pensare quasi inutile, eppure il piccolo strumento per la posta elettronica si è nel tempo trasformato in una forma di dipendenza psicologica che qualche buontempone negli Usa ha ribattezzato “CrackBerry”, giocando sul “crack”, la droga sintetica che dà  istantanea dipendenza.

Il motivo per cui attaccare il BlackBerry anziché altre attività  e condotte in ufficio viene spiegato con semplicità  da Faddden: «Mi aspetto che alcuni di voi considerino questa nota un po’ artificiale. Magari un po’ lo è. Però io credo che dobbiamo partire da qualche parte, e poiché ridurre la quantità  di lavoro che facciamo è altamente improbabile che porti a risultati a breve termine, ci siamo decisi ad “attaccare” alcuni dei principali fattori di stress sul lavoro». Il primo dei quali si chiama BlackBerry.

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