Pochi conoscono il Turing Award, premio Nobel per l’informatica che dagli anni sessanta viene assegnato dall’associazione degli studiosi di informatica statunitensi. à il premio più prestigioso, e non a caso è stato intitolato al “santo patrono” della computer science, cioè il matematico britannico Alan Turing.
L’edizione 2009 è stata vinta da una donna: è la seconda volta che accade, e a giugno insieme al premio le verrà consegnata anche una busta con 250 mila dollari, fornititi da Google come contributo alla stabilizzazione economica del premio. A vincere è stata Barbara Liskov, nome che probabilmente dirà poco anche a chi “mastica” un po’ di informatica, perché non si tratta di una protagonista della scena delle start-up americane della Silion Valley.
Ivnece, la Liskov ha da trent’anni un ruolo centrale nel lavoro teorico e pratico per la realizzazione dei linguaggi di programmazione e dei sistemi operativi. Laureata e poi dottorato a Stanford nel 1968, dal 1972 ad oggi la Liskov insegna al Mit di Boston, dove ha costruito una reputazione immensa non solo per il suo lavoro come docente ma anche come ricercatrice. II culmine è nei contributi dai ai vari linguaggi di programmazione, in cui ha inserito una serie di innovazioni frutto delle sue ricerche che da trent’anni a questa parte hanno letteralmente dato la forma odierna all’informatica così come la conosciamo.
La decisione della Association for Computing Machinert di assegnare il premio Alan Turing alla ricercatrice e docente coglie uno dei passaggi fondamentali dello sviluppo della computer science dal dopoguerra ad oggi, probabilmente finora misconosciuto a causa anche delle discriminazioni di genere dell’accademia. La LIskov è stata, ad esempio, la prima donna a ricevere un Ph.D. in informatica a Stanford.