Prima o poi c’era da aspettarselo, ma forse non così presto: per la prima volta nella storia della musica una etichetta discografica ha visto la musica digitale superare come fatturato la musica fisica.
Stiamo parlando di Atlantic Records (ora posseduta da Warner Music Group), l’etichetta che ha aperto le porte del grande mercato ad artisti come i Led Zeppelin, Ray Charles o Kid Rock.
Come riportato dal New York Times, Atlantic ha dichiarato che, nell’ultimo anno, più della metà della sua musica venduta negli USA è attribuibile al canale digitale; un canale che include le vendite su iTunes Store, suonerie, radio satellitari ed altri “media”.
Un dato che fa discutere: gli analisti prevedono un generico declino del business della musica, un business in cui la fetta di torta occupata complessivamente dal digitale risulta ancora molto ristretta.
Per fare un esempio su tutti, Warner Music Group stima il fatturato musicale digitale dell’ultimo intero anni fiscale pari a circa il 18 percento del totale.
Nonostante ciò, all’interno delle stessa Warner Music Group, spicca proprio Atlantic, che non solo annuncio il sorpasso del digitale sul fisico, ma nemmeno registra l’ormai inesorabile e drammatico calo delle vendite di compact disc, che ormai da anni affligge il mercato.
C’è la possibilità che Atlantic sia solo un’eccezione che conferma la regola; oppure l’etichetta discografica ha semplicemente saputo ben sfruttare i vari canali offerti dalla Rete.
Una delle problematiche che il business musicale dovrà sempre di più affrontare nel passaggio fra il CD e il “file” è il tentativo di compensare le perdite fisiche con quelle digitali: su questo tema sono emblematiche le parole di Jeff Zucker di Universal, che descrisse il passaggio dall’era del CD a quella dell’mp3 come “lo scambio fra dollari analogici e penny digitali”.
A quanto pare Atlantic Records sembra aver trovato la quadratura del cerchio.