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Applicazioni per iPhone e iPod touch, dal produttore al consumatore

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Due passaggi per mettere a disposizione le proprie applicazioni per iPhone e iPod touch: iscriversi al programma di sviluppo e decidere come distribuire le proprie creazioni, gratuitamente o a pagamento e consegnarle a Cupertino che penserà  a metterle in vetrina e a recapitare ai potenziali clienti. Nulla di più semplice poteva essere, probabilmente, studiato per lanciare la rivoluzione che porta il telefono ad una svolta pari solo a quella avvenuta con il suo lancio: la possibilità  di creare programmi che ne accrescono le funzioni e, quindi, anche l’appetibilità  commerciale, aprendo nel contempo una porta ad un enorme ecosistema con sviluppi commerciali infiniti e un fatturato potenziale sostanzialmente anch’esso senza limiti con ricadute a pioggia per sviluppatori, grandi ma anche piccolissimi.

Quella che qualcuno ha già  definito “il silver bullet” (il proiettile d’argento usato per uccidere vampiri e uomini lupo e di cui ne basta uno per distruggere il nemico) di Apple si dimostra vincente fin dall’inizio, ovvero dal costo di accesso al programma zero per coloro che vorranno sperimentare lo strumento (e si prenderanno la briga di scaricare oltre due giga di dati); poi successivamente costerà  99$, un costo decisamente basso, se si pensa di creare poi programmi da mettere in vendita o regalare sul negozio on line di Apple. Apple vince anche nel tool di sviluppo, Xcode, che è lo stesso usato per costruire le applicazioni per Mac Os X e quindi molto noto agli attuali sviluppatori della Mela. Tutti coloro che hanno un Mac (niente sviluppo per Windows, una buona idea per accrescere la penetrazione della piattaforma…) possono poi sperimentare il funzionamento delle applicazioni usando una simulatore.

L’applicazione una volta pronta viene consegnata ad Apple che la mette in vendita sul suo App Store, di fatto un’applicazione che girerà  sulla versione 2.0 del software iPhone e iPod Touch, oltre che su computer (anche Windows in questo caso). Cupertino tratterrà  il 30% del costo finale, girando agli sviluppatori il resto. Un buon affare se si considera che la Mela si preoccuperà  non sono di mettere a disposizione la banda, ma anche gestirà  tutta la transazione di denaro, pagamento con carta di credito compresa. Apple dice che non intende fare business con App Store e la conferma pare giungere dal fatto che non viene chiesto nulla (fatta eccezione per i 99 dollari di iscrizione al programma di sviluppo per iPhone) se l’applicazione è gratuita, una buona notizia non solo per gli sviluppatori ma anche per i clienti visto che molte applicazioni cedute oggi a costo zero via Internet non sarebbero mai finite su iPhone se Apple avesse chiesto del denaro per la loro consegna.

A quel punto, una volta messa l’applicazione su App Store basterà  accedere al negozio on line (via cellulare o via Wifi) e comprarla per vederla installata automaticamente. Il sistema di Apple prevede anche notifiche altrettanto automatiche di aggiornamenti, siano essi funzionali o di sicurezza.

Da notare che le applicazioni hanno accesso praticamente a tutto l’hardware di iPhone. Unica limitazione, pare di avere capito, l’impossibilità  di creare applicazioni Voip su rete cellulare; il voice over Ip, ha spiegato ieri Jobs, è consentito solo su Wifi (probabilmente per ragioni di consumo di banda oltre che per fatti che ineriscono gli accordi con i gestori della rete). In termini pratici si potrò praticamente fare di tutto, compreso sfruttare l’accelerometro dell’iPhone (come dimostrato anche durante l’evento di Cupertino) per creare applicazioni originali e funzionali. Per quanto riguarda l’accesso al dock di iPhone è stato detto che esso non può essere sfruttto interamente, ma solo per “le funzioni previsto per esso da Apple”

Come accennato nel corso dell’evento di Cupertino il tutto è partito ieri sera, con la distribuzione del kit di sviluppo che è gratuito. La suite in beta è già  disponibile questo indirizzo (anche se i server funzionano ad intermittenza per il troppo carico); il programma di sviluppo vero e proprio per iPhone (costo, come accennato, 99$) arriverà  prima per gli Usa e successivamente per tutti i paesi. Previsto anche un programma per le imprese che vorranno creare applicazioni per uso interno che pagheranno 299$. In questa fase Apple ha aperto il suo kit a tutte le aziende che vogliono provarlo. Tra i limiti attuali il fatto che se creare applicazioni per iPhone è sostanzialmente possibile a tutti giù in questa fase, non a tutti è aperto il programma di test sul firmware 2.0; per accedere a questa opportunità  che significa provare in ambito reale le applicazioni bisogna essere stati selezionati da Apple stessa (o essere clienti aziendali). Per accedere alla piattaforma di utilizzo si dovrà  attendere il rilascio del firmware previsto, come detto, per giugno.

I clienti finali, ovvero i possessori del telefono e dell’iPod touch, da parte loro dovranno anche loro aspettare il rilascio della versione 2.0 del firmware che sarà  distribuito da fine giugno gratuitamente a tutti i possessori di iPhone e ad un costo nominale per chi ha un iPod touch. Il fatto che chi usa il touch sia costretto a pagare non dipende da una scelta di Apple, ha detto Jobs, ma dal fatto che il bilancio tiene conto del profitto prodotto dai due dispositivi in maniera diversa.

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