Apple mette un carico da undici sul caso Psystar. Cupertino, infatti, accusa la società che produce i cloni non autorizzati di avere infranto il Digital Millenium Copyright Act, la legge che governa la protezione dei diritti digitali. A rendere nota l’aggiunta al caso che la società della Mela ha istruito presso la corte distrettuale del Nord California, al fine di fermare il business di Psystar, è Computerworld.
Secondo quanto si apprende dalla rivista on line Apple accuserebbe la controparte di violazione dei sistema di tutela della copia incluso nell’hardware e nel software Mac. ‘Apple impiega misure di protezione che controllano l’effettivo accesso alle opere coperte dal proprio copyright. La controparte ha illegalmente aggirato queste misure tecnologiche usando un codice che evita, aggira, rimuove, decodifica, decripta, deattiva o rende non effettivi questi sistemi, senza autorizzazione da parte di Apple per lo scopo di avere accesso ad opere coperte da copyright’.
A rischio sembrano essere anche coloro che hanno fornito o creato il codice utilizzato per ‘sbloccare’ l’hardware generico e renderlo compatibile con Mac Os X. Apple infatti fa cenno ad altri ‘individui coinvolti nelle attività illegali ed improprie descritte nella cuasa legale’. Nonostante ‘i nomi o le realtà , siano esse individui o società – dice Apple – siano sconosciute’, pare di leggere dietro a questa nota un riferimento a chi ha creato il codice di sblocco.
Le responsabilità di Psystar, dice Apple, sarebbero evidenti per il fatto che la società di Miami commercializza e promuove questo codice definito come ‘illegale’ e fornisce un CD per il reinstallo di Mac Os X.
Il caso Psystar, lo ricordiamo, risale allo scorso luglio quando Apple ha deciso di portare in tribunale il produttore di cloni. In quel momento gli avvocati di Cupertino non avevano messo in conto l’infrazione del DMCA ma solo la commercializzazione di computer con Mac Os X senza avere l’autorizzazione a farlo e la vendita, indiretta, di un sistema operativo per il quale è prevista la commercializzazione unicamente in abbinamento con un hardware Apple. L’accusa aggiuntiva giunge, sostiene Apple, da ulteriori e approfonditi esami compiuti sui cloni e sul software contenuto in essi.
L’accusa di infrazione della legge sul copyright, se accolta dal giudice, aggrava la posizione di Psystar e potenzialmente mette a rischio anche altri operatori del settore (come l’italiana ApplePc) che, a questo punto solo sulla carta, avevano scelto una strada più prudente, quella di evitare il preinstallo di Mac Os X, limitandosi a fornire gli strumenti per aprire le macchine generiche al sistema operativo di Cupertino.