L’argomento “Apple” è straordinariamente di moda: giornali, riviste, televisioni, radio e siti web stanno scoppiando di notizie che riguardano la casa della Mela, Steve Jobs, l’iPhone e tutti gli altri prodotti. Però una cosa pare certa, a pochi giorni dal keynote della WWDC di San Francisco: mai come questa volta la strategia di comunicazione di Apple ha pagato. Forse si è trattato di un passo forzato (dover annunciare l’iPhone sei mesi prima della sua uscita per via del meccanismo di registrazione con le autorità federali statunitensi) o forse davvero è stata pura strategia. Qualsiasi sia la risposta, ha funzionato.
Talmente bene che, per fare un esempio, l’Economist di questa settimana ha dedicato la copertina proprio alla Apple. La storia, che si può leggere qui, affronta il tema dell’innovazione e delle lezioni che le aziende possono apprendere da Apple. Steve Jobs ha saputo infatti bilanciare da un lato la capacità di apprendere dalla rete cosa serve e trasformare tecnologie già esistenti in innovazioni che hanno venduto moltissimo, imparando dagli errori precedenti e però rimanendo anche legato alle proprie idee, pure quando a quanto pareva il pubblico non era interessato in prima battuta. Dopotutto, la ricezione dell’iPod nel 2001 fu terribilmente “fredda”, anche se poi è diventato un successo globale.
La “terza volta” di Steve Jobs con l’iPhone, la sua capacità di trasformare mercati in piattaforme e piattaforme in centri di innovazione ha attirato anche l’attenzione di altri settori industriali oltre alla tecnologia. Il cambiamento della nostra società , rapido e guidato da forze che ancora non sono state chiaramente individuate, procede a quanto pare inarrestabile. L’Economist, come altre pubblicazioni “di massa”, si è accorto che forse parte di queste nuove logiche e leggi sono state scoperte e applicate per primi da quelli di Apple. E vuole darci un’occhiata. Vale la pena a nostra volta andare a leggere cosa ha scoperto il settimanale britannico.