Due giorni per Apple sarà il momento della resa dei conti in Europa. Entro la giornata di mercoledì, infatti la società di Cupertino dovrà rispondere per iscritto alla richiesta dell’Ue di giustificare la politica di vendita delle canzoni su iTunes che restringe l’acquisto ai residenti specifici di ciascuna delle nazioni in cui sono stati aperti gli store.
La pratica appare in contrasto con le leggi che prevedono, in nome della libera concorrenza tra i paesi dell’Unione, la possibilità per ciascun cittadino europeo di fare acquisti di qualunque bene e servizio ovunque lo desidera, senza alcuna restrizione sul luogo di residenza. In conseguenza della politica applicata da Apple, invece, i cittadini britannici, ad esempio, acquistano canzoni a prezzi superiori rispetto a quelli francesi i italiani.
Apple aveva già replicato informalmente, sottolineando che l’apertura di più negozi, uno per ciascun paese dell’Unione dove è attivo il servizio, era sttao dettato da una richiesta delle case discografiche; nel caso le fosse stato consentito Apple avrebbe certamente preferito aprire un solo negozio invece che diversi.
Apple assieme ad altre tre delle quattro grandi case discografiche cui sono stati chiesti i chiarimenti, aveva chiesto e ottenuto una estensione della data originaria di due settimane. Una delle etichette avrebbe invece già presentato la sua posizione formale. Jonathan Todd, portavoce del commissario antrust, Neelie Kroes, ha detto che non sono previsti altri ritardi alla data limite imposta dall’Ue.