Apple ha ottenuto un brevetto relativo a una tecnologia per la ricostruzione d’immagini tridimensionali e questo potrebbe essere utilizzato in qualche dispositivo iOS futuro. Il sistema permette di migliorare la qualità di dispositivi d’acquisizione 3D esistenti come foto e videocamere, consentendo di superare molte delle limitazioni presenti nei sensori 3D in questo momento in commercio. Nella domanda di brevetto, Apple evidenzia come i dispositivi odierni siano in grado di approssimare la profondità di campo ma non sono in grado di individuare accuratamente la geometria 3D; altri sensori si comportano meglio nella gestione delle forme, ma meno nella gestione della profondità. I sensori attuali non sono in grado di distinguere tra oggetti di piccole dimensioni vicini alla lente e oggetti più grandi lontani; la soluzione di Apple combina più tecniche consentendo a un unico dispositivo di determinare profondità e geometria degli oggetti. Molte delle tecniche descritte nel brevetto prevedono fasi di post-processing, la polarizzazione de-polarizzazione delle immagini e lo sfruttamento di uno o più sensori 3D per catturare l’immagine da più angolazioni e fornire alle routine di pre-elaborazione informazioni con le quali ottenere la corretta geometria e profondità di quanto catturato.
Un’ipotetica fotocamera con la tecnologia proposta da Apple impiega vari sensori di profondità e tecniche di fotorivelamento LIDAR (Light Detection and Ranging) che permettono di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie utilizzando impulsi laser. Le informazioni sono elaborate dalle routine di post-processing sfruttando tecniche per la separazione dei colori, la creazione d’immagini stereoscopiche, sfruttando prismi dicroici, microlenti e più sensori CCD per aumentare la quantità d’informazioni. Benché nessuna delle tecnologie menzionate sia del tutto nuova, l’implementazione di Apple le sfrutta assieme permettendo di elaborare con metodi efficaci e rapidi le immagini.
Interessante la possibilità di invidiare uno o più volti: un sistema che, ad esempio, consentirebbe di scattare una foto individuando particolari gesti (es strizzando un occhio) o di non far partire lo scatto fino a quando tutti non sorridano, se qualcuno ha gli occhi chiusi (idee già in qualche modo presenti in alcune fotocamere). Con gli algoritmi utilizzati è infine possibile ottenere modelli tridimensionali accurati scattando poche fotografie da più punti di vista.
Nella richiesta di brevetto (risalente a fine settembre dello scorso anno) sono citati come inventori Brett Bilbrey, Michael Culbert, David Simon, Rich DeVaul, Mushtag Sarwar e David Gere.
[A cura di Mauro Notarianni]