Apple non vuole correre rischi di una consegna anticipata per iPad e sta facendo leva sul sistema doganale per tenere fermi i pacchi che contengono il tablet, impedendo qualunque tipo di movimentazione prima del tempo stabilito. Il “trucchetto” viene reso noto da BoyGeniusReport in un articolo molto esplicativo nel corso del quale si spiega nel dettaglio che cosa sta succedendo tra USP (il corriere che Cupertino usa per la consegna) ed Apple stessa.
In base alle informazioni raccolte dal sito, il team che nell’azienda si occupa della logistica e delle spedizioni, normalmente opera per sdoganare i container in arrivo dalla Cina prima della loro uscita dal territorio della Repubblia Popolare. In questo modo quando la merce viene recapitata nel magazzino centrale UPS di Lousiville in Kentucky, lo spedizioniere non deve fare altro che distribuire i colli ai propri magazzini periferici che provvedono per all’inizio al cliente. In passato, in occasione del lancio di nuovi prodotti come per il caso di iPhone, Apple aveva chiesto ad UPS di fermare i pacchi per coordinare un lancio contestuale a quello dei negozi, ma in qualche raro caso questa procedura non ha funzionato a causa di errori umano, di qui la scelta di operare in maniera radicale: trattenere i documenti doganali fino al momento più opportuno. In questo modo, in assenza degli incartamenti necessari, è impossibile qualunque spostamento della merce al di fuori dei magazzini UPS.
La procedura in atto viene confermata a Macitynet dal nostro amico e collaboratore Domenico Panacea. Nell’immagine che potete vedere qui sotto, si nota la dicitura “Segnalazione anomala”, che annuncia un disguido; più in basso si vede di quale tipo di disguido di tratta. Il pacco in assegza di documentazione adeguata è stato rinviato all’agente di sdoganamento per le debite operazioni e qui resterà in attesa delle carte che Apple rilascerà probabilmente solo giovedì sera o venerdì mattina.
Lo scopo di tanta maniacale attenzione deriva dal fatto che Apple, evidentemente, cerca di dare la massima risonanza possibile all’evento. Un iPad che finisce nelle mani di un cliente prima del tempo o magari di qualche centinaio di clienti, verrebbe letteralmente vivisezionato su Internet guastando la sorpresa, per non parlare della tentazione di mercato nero, con rivendita a prezzo maggiorato, che potrebbe sorgere nella testa di qualche utente più spregiudicato. Tutti rischi che la Mela non vuole correre.