Microsoft vuole una percentuale superiore al 70% offerta da Apple a tutti gli sviluppatori che vendono servizi e funzioni aggiuntive in app. Questa la ragione che starebbe rendendo difficile e per ora anche non prevedibile in fatto di data, il lancio di Office per iPad e iPhone. Il faccia a faccia con le due società, da una parte Apple e dall’altra Redmond, su due sponde diverse della barricata a battagliare, viene reso noto da All Things D, una fonte solitamente molto attendibile.
In un articolo firmato da John Paczkowski, la testata on line racconta di come i due contendenti siano divisi sia per questioni meramente economiche che strategiche. Apple, in particolare ritiene non derogabile la percentuale del 70% concessa agli sviluppatori che, come farebbe Microsoft offrendo un abbonamento a Office 365, vendono un servizio in app, dall’altra c’è Microsoft che pretende di più (o un diverso meccanismo) rispetto a quella percentuale sostenendo che Office per iOS darebbe benefici consistenti alla piattaforma, rendendola più interessante per il mondo delle imprese.
La vicenda è giunta alla luce sulla scia di una differente e parallela controversia. Apple avrebbe infatti bloccato il rilascio di SkiDrive proprio perché anche sulla vendita di spazio aggiuntivo sul suo concorrente di Dropbox Microsoft pretenderebbe di gestire le sue provvigioni in maniera differente. «Ma le frizioni su SkiDrive – dice All Things D – sono solo una piccola parte di una discussione che ha una portata ben più vasta», quella che tocca Office per iOS, appunto.
Secondo Paczokwski le trattative sarebbero in una situazione di stallo. Apple ritiene che «le regole sono regole e vanno rispettate» e che quindi quel che è previsto nell’apposito capitolo del suo contratto di sviluppo, è valido anche per Microsoft che da questo punto di vista è uguale agli altri sviluppatori; dall’altra parte c’è l’azienda di Redmond che ritiene di essere… più uguale.
Apple alla richiesta di un commento ha replicato con una generica affermazione nella quale sottolinea che le sue regole «sono oneste e le stesse per tutti e che grazie a queste regole sono stati pagati 6,5 miliardi di dollari alla comunità degli sviluppatori»; Microsoft invece non ha commentato un alcun modo.