Dopo la diffusione dell’hack che consente l’acquisto gratuito di contenuti a pagamento tramite in-app purchase, Apple ha iniziato la contro- offensiva conto Alexey V. Borodin, l’hacker russo responsabile degli ultimi grattacapi della Mela.
Cupertino ha infatti iniziato a bloccare gli indirizzi IP del server utilizzato da Borodin per autenticare gli acquisti, proseguendo poi con una richiesta di richiesta di interruzione di servizio del ‘’server originale – interrompendo così con esso l’autenticazione di terze parti – e un reclamo sul diritto d’autore sul video che l’hacker aveva utilizzato per documentare il metodo di elusione. Infine anche PayPal è stata coinvolta, mettendo un blocco sul conto utilizzato per le donazioni, per aver violato i termini di servizio.
Borodin non si è fatto cogliere di sorpresa e ha deciso di spostare il suo servizio su un server “offshore” eludendo così nuove richieste legali di Apple. E’ stato anche modificato il funzionamento della procedura di hacking, che consente ora all’utente di disconnettersi da iTunes, senza così dover fornire i suoi dati in automatico in pasto ai server di In-Appstore.com.
Queste modifiche ovviamente non possono essere certo considerate funzionali alla sicurezza degli utenti ,che nell’utilizzo di tali pratiche illecite sono sempre sottoposte a rischi di svariato genere, come la possibilità che l’hacker possa riuscire ad intercettare altre forme di traffico sicuro, rischio che potrebbe tradursi in conseguenze pericolose.
Probabilmente per molte persone ciò non è un deterrente: lo stesso Borodin ha dichiarato che al momento il suo In-Appstore.com ha processato oltre 30 mila “vendite” in-app. Per quanto riguarda le motivazioni, è lo stesso hacker a esprimersi in maniera lapidaria “Non è possibile acquistare le applicazioni tramite questo servizio. E ‘ILLEGALE. Si può ottenere solo contenuti in-app gratuitamente dalle applicazioni scaricate legalmente da AppStore. Queste applicazioni e contenuti bloccati appartengono già a voi.”
Nella sua curiosa concezione di illegalità, Borodin si scaglia contro la pratica di vendere contenuti aggiuntivi, che secondo lui dovrebbero già essere disponibili e di proprietà del acquirente della app, senza richiedere un ulteriore acquisto. La questione sembra ormai diventata una sfida fra Apple e l’hacker russo, che non sembra minimamente preoccupato delle conseguenze del suo gesto, anzi: sembrerebbe convinto che Apple in futuro possa assumerlo.