Apple conferma di avere acquistato Anobit, la società israeliana specializzata in tecnologie che migliorano sensibilmente performances e durata delle memorie allo stato solido. «Apple – dice un portavoce della società utilizzando la formula di rito dopo avere ammesso l’acquisto – saltuariamento acquista società più piccole e generalmente non diamo conto dei nostri piani o scopi»
La conferma arriva, in realtà, piuttosto pleonastica. Sono state innumerevoli le fonti che hanno dato per ufficiale l’acquisto. La più formale di tutte è stata la presidenza del consiglio dei ministri israeliano che con un Tweet il 20 dicembre aveva dato il benvenuto ad Apple. Secondo altre fonti, Apple avrebbe speso tra i 400 e i 500 milioni di dollari e già dato il via alla realizzazione dell’integrazione dei team di Anobit con i propri. Alcuni manager isreaeliani sarebbero a Cupertino e dai piani alti dell’aziends sarebbe stato dato mandato ad Aharon Aharon, un veterano del settore dei semiconduttori, di iniziare il reclutamento di personale per un centro di ricerca sui semiconduttori che dovrebbe sorgere proprio in Isreaele ed incentrarsi, forse, intorno agli assetti acquisiti con Anobit.
Il paese del Mediterraneo, lo ricordiamo, è uno dei più fertili al mondo in fatto di società che si occupano di hi-tech questo sia per l’elevatissimo numero di laureati nel settore che arrivano da tutto il mondo, che per un ocultalissima campagna di incentivi all’insediamento di aziende ad alta tecnologia. Non a caso Bloomberg ricorda che al Nasdaq, il listino tecnologico della borsa americana, sono quotate 60 aziende israeliane, il maggior numero di un paese che non sono gli USA.
Secondo alcuni osservatori, Anobit permetterà ad Apple di avere memorie più moderne e resistenti, capaci di superare i 50.000 cicli, valore in grado di prolungare di molto la vita utile dei prodotti consumer e anche in grado di permettere l’impiego delle Flash in settori professionali e server. Infine, sempre grazie ai controller evoluti Anobit, sarà possibile incrementare il rapporto segnale/rumore, una tecnologia sempre più indispensabile per il recupero dati e la correzione degli errori man mano che le dimensioni dei circuiti Flash continuano a ridursi. Ora i processi costruttivi per le Flash sono compresi tra i 34 nanometri e i 25 nanometri: grazie ai brevetti Anobit Cupertino potrà prepararsi per l’introduzione delle Flash da 20 nanometri e ottenere un vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti.