Fred Anderson, già responsabile delle operarazioni finanziarie di Apple, si è dimesso dal consiglio d’amministrazione della società . L’annuncio, giunto a sorpresa, è avvenuto a della conclusione dell’indagine svolta internamente sulla vicenda delle stock options.
In base a quanto comunicato alcuni minuti fa, la ricerca ha rilevato che nessuno degli attuali membri della dirigenza di Apple ha operato in maniera scorretta anche se effettivamente sono state operate delle irregolarità nelle emissioni delle azioni a favore dei manager, l’ultima volta
nel 2002. Per quindici volte dal 1997 al 2002 sono state concesse stock options (il diritto ad acquistare azioni ad un prezzo prefissato) con data anticipata rispetto alla data effettiva di approvazione, il che ha dato luogo ad un vantaggio per i dipendenti di Apple ma ha determinato anche uno squilibrio artificioso nei conti dell’azienda.
Secondo quanto comunicato Jobs era a conoscenza di questa pratica ma non è stato coinvolto direttamente in essa né come esecutore né come beneficiario. Discorso diverso per altri due non nominati “dirigenti la cui azione * si legge in un comunicato stampa * solleva serie perplessità e preoccupazioni a margine della contabilizzazione, registrazione e resoconto sulle stock options”
In attesa dei dettagli promessi per la relazione alla Sec, la Security Exchange Commission, Apple ha comunicato che Fred Anderson ha deciso di dimettersi dal consiglio d’amministrazione dove sedeva dopo essere stato per anni il Cfo (chief financial officer) della società ritenendo che il suo abbandono “sia nell’interesse di Apple”. Al momento il ruolo di Cfo è ricoperto da Peter Oppenheimer.
“Mi scuso con i soci e i dipendenti di Apple * ha detto Steve Jobs * per quanto accaduto nell’ambito della mia supervisione. Si tratta di fatti che non fanno parte della filosofia di Apple. Lavoreremo per risolvere ogni problema al più presto possiblile e mettere in atto tutti i debiti rimedi per fare sì che episodi come questi non accadano più in futuro”.
Apple è solo una delle società coinvolte in una vicenda che ha che fare con l’uso “allegro” dello strumento delle stock options. Sono decine le realtà industriali americane che sono nel mirino delle autorità della borsa per lo stesso tipo di procedure. Apple aveva denunciato autonomamente le irregolarità nell’emissione delle stock options trovandosi obbligata a ritardare la presentazione della relazione obbligatoria alla borsa di New York. Per evitare la conseguenza di un’estromissione dal listino, che sarebbe stata automatica, Apple ha richiesto un’udienza con la commissione del Nasdaq in attesa di completare l’inchiesta interna che ha comportato l’esame di 650mila messaggi email e l’audizione di 40 tra manager e dipendenti.