Amazon cambia le regole del contratto che permette ai suoi clienti di usufruire di S3, il servizio di cloud computing, cioè di hosting e potenza di calcolo via Internet. In pratica, il server in prestito che migliaia di piccoli sviluppatori utilizzano. Come la libreria virtuale di Delicious Monster.
Il servizio a pagamento per Mac e per iPhone permette di creare e organizzare la propria libreria di film e di libri sull’apparecchio digitale. In pratica, riorganizzare tutti i dati utilizzando il servizio online di Amazon come “base” per offrire sincronizzazione e coordinamento delle diverse basi di dati. Un classico esempio di mash-up via cloud computing del web 2.0. Che da oggi non è più possibile.
Si scopre infatti che Amazon ha deciso di staccare la spina a tutti gli sviluppatori, compresa Delicious Monster, che sviluppano applicazioni per il mondo mobile. Dove evidentemente il colosso di Seattle ha tutta l’intenzione di muoversi e in maniera piuttosto rapida. Gli effetti su Delicious Library sono negativi: il piccolo sviluppatore è costretto a ritirare dal commercio la sua applicazione o a trovare un altro servizio visto che non c’è più il servizio Internet dietro il front-end dell’applicativo.
Una mossa simile Amazon la fece anche due anni fa contro le startup del web, che utilizzavano i suoi servizi per rivendere prodotti, anziché come consumatori finali. Problemi di banda, di eccessivo consumo delle allora scarse risorse, ma anche la strategia di vedere cosa fare più avanti di S3. Adesso, il problema si ripropone con la parte mobile della rete.