Carbone nella calza per i bambini cattivi. Però gli hacker, anzi i “cracker”, si sono messi in mezzo e hanno bloccato co una mossa dell’ultimo minuto l’accesso ai siti di Amazon e Wal-Mart, due dei più grandi portali al mondo per la vendita online. Rovinando così l’ultima speranza di un regalo last minute per qualche milione di americani.
La storia fa parte di un crescente livello di attenzione da parte di chi sabota il web verso i portali di e-commerce: un tempo fantasia dei visionari digitali degli anni novanta, oggi spinta energica per l’economia e abitudine d’acquisto per una generazione di nativi digitali.
Gli attacchi contro Amazon e Wal-Mart, si apprende subito dopo Natale, fanno dunque parte di una serie di Ddos, attacchi denial of service distribuito, che comprendono un esercito di “bot”, cioè di Pc infestati da software per farli radiocomandare dagli hacker tramite “bot-net all’insaputa dei legittimi proprietari. Gli attacchi hanno colpito i DNS, i server per la gestione dell’associazione tra indirizzi e numeri IP dei siti web. Ad essere colpita è stata UltraDNS, la società che gestisce il complesso sistema non–standard di allineamento dei server in tempo reale con l’indirizzo per le due società e varie altre.
Secondo portavoce della società , infatti, l’attacco ha colpito la gestione dei sistemi facendo saltare negli Usa (perlomeno in buona parte della costa occidentale e degli stati centrali) l’associazione e quindi impedendo di arrivare a contattare i server stessi. Un precedente attacco contro UltraNet aveva colpito l’azienda lo scorso aprile, questa volta in scala maggiore, bloccando anche i siti di SalesForce e di PetCo. Si tratta secondo gli esperti di uno degli aspetti molto sottovalutati e potenzialmente più che negativi del Cloud computing.