Lo spirito natalizio affonda le sue radici nel sacro o, per chi non crede, nella necessità di trovare un momento in cui si ripensa il proprio rapporto con il prossimo cercando di capire se esiste un modo d’esistere diverso e migliore di quello che sperimentiamo tutti i giorni. Niente a che fare, per chi crede chi non crede, con la corsa ai regali e la voglia di iperconsumismo dei giorni scorsi. Sarà sicuramente di questa idea l’autore di uno “scherzo” alquanto originale, ma certamente poco felice per chi ha dovuto subirlo. Ci riferiamo a quanto accaduto nel Maryland, dove una ragazza ha trovato sotto l’albero la confezione di un iPod classic nuovo di zecca, acquistata da Wal-Mart.
Peccato che, una volta scartato e aperto il pacco, il contenuto della confezione nascondesse un’inaspettata sorpresa: nessun iPod classic al suo interno, ma solamente il libro Awakening Loving-Kindness, con la seguente lettera: “Riaffrancate la vostra mente dalle catena dei media; leggete un libro e resuscitate voi stessi. Per reclamare la vostra spazzatura capitalistica, recatevi al più vicino Apple Store”.
Un messaggio che vorrebbe sfruttare il Natale e la sua vena eccessivamente consumistica per riaffermare la libertà dalla strapotere dei mezzi di comunicazione e dalla loro origine capitalistica, media qui rappresentati proprio dal player della Mela, che, nel bene o nel male, è oggi una delle più note “icone” della società contemporanea.
Pensiamo alle silhouette nere con le cuffiette bianche che imperversano sugli spazi pubblicitari, alla diffusione del termine “iPod” per indicare genericamente i lettori mp3, alla notorietà che il player bianco per eccellenza ha raggiunto anche al di fuori degli appassionati, diventando un vero e proprio trend, uno status symbol.
L’iPod è così visto da qualcuno come uno dei simboli della degenerazione consumistica contemporanea, che da il meglio di sé a Natale, periodo in cui, teoricamente, lo spirito autentico delle feste dovrebbe rifarsi ai significati liturgici, e non alla corsa ai trend dell’ultima stagione.
Una degenerazione che si farebbe forte dei guinzagli e delle redini con cui i media spronano i consumatori e da cui il “messaggio” sopra descritto invita a liberarsi.
Scegliere l’iPod come rampa di lancio per un tale tipo di messaggio è una scelta di “immagine” certamente azzeccata, ma verrebbe forse da chiedersi se tale degenerazione non derivi più dall’uso che si fa degli oggetti, che dagli oggetti stessi; uso che fa capo più alle persone che ai produttori o ai distributori.
Un discorso che può applicarsi a qualunque icona materiale, che da sempre ha scatenato reazioni iconoclaste, e che – aldilà della bontà del messaggio e dei principi che volevano esprimere – altrettanto da sempre hanno lasciato il tempo che trovavano.
Per la cronaca, Wal-Mart ha dichiarato che l’episodio non è il primo avvenuto: già un altro cliente si è trovato di fronte allo stesso problema e non è escluso un problema riguardante l’intero ordine di iPod facenti parte della stessa spedizione.
La catena USA ha offerto al padre della ragazzina un altro iPod, per riparare allo spiacevole equivoco; quest’ultimo ha rifiutato: acquisterà il suo prossimo iPod direttamente da Apple. Magari dopo aver letto il suo libro da 249 Dollari.