Stando a quanto riportato in studio congiunto del Woolcock Institute of Medical Research, dell’University of Technology Sydney e l’University of Sydney, lavorare da casa in pigiama durante la pandemia non ha comportato una riduzione della produttività ma a risentirne è stata la salute mentale.
Stando allo studio, il 41% degli intervistati ha riferito un aumento della produttività lavorando da casa, ma più di un terzo dei soggetti interpellati ha riferito di un peggioramento del riposo.
Nello studio (qui i dettagli) si è voluto capire se indossare il pigiama, in qualche modo influenzasse la produttività o le condizioni di normalità, benessere e/o equilibrio. Il 59% ha riferito che restare con il pigiama durante il giorno per almeno una volta al giorno, ha in qualche modo influito sulle loro condizioni.
Un declino mentale è stato notato in contesti del tutto diversi come gli ospedali per via della necessità di dovere indossare il pigiama o il camice ma in questi casi è normale essendo i pazienti lontani dai propri effetti personali e dai propri indumenti, ossia dai segni della propria identità, in un posto estraneo, senza punti di riferimento familiari e lontano dalle routine abituali.
A chi sente di soffrire di problemi il consiglio è semplice: iniziare la routine lavorativa eliminando il pigiama, curare il proprio aspetto, così come lo stile, elementi che rendono le persone più efficienti e produttive. Ovviamente avere un look curato è indispensabile soprattutto in caso di conference call con capi e/o colleghi. Non c’è bisogno di grandi cose ma basta un look semplice e comodo ma pur sempre ricercato e professionale.
Lo studio ha tenuto conto anche dell’impatto dei figli sulle persone quando queste lavorano da casa. Come è facile immaginare, molte persone (il 63%) ha riferito che lavorare con vicini i bambini ha comportato una riduzione della produttività.
La maggiore causa di riduzione della produttività è ad ogni modo indicata nei problemi di connettività di rete, dalle interruzioni di neonati o bambini piccoli di colleghi durante le conferenze, con elementi che hanno ad ogni modo portato anche momenti di allegria. Ultima curiosità riguarda gli ambienti di lavoro: il 42% lavora con il computer dalla cucina e dal tavolo da pranzo; c’è anche un 3% che sceglie curiosamente la stanza da bagno.
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